25 luglio 1943: Mussolini viene arrestato

In ricordo della pastasciutta offerta dalla famiglia Cervi per festeggiare la caduta del fascismo nasce la “pasta asciutta antifascista”, per affermare i valori fondanti del nostro Paese: libertà, pace, fratellanza, democrazia.

Così riporta Alcide Cervi, ne I miei sette figli:

….. Il 25 luglio è pure Aldo che ci dice di far esplodere la contentezza, intanto si vedrà. E propone:

– Papà, offriamo una pastasciutta a tutto il paese.

– Bene – dico io – almeno la mangia.

E subito all’organizzazione. Prendiamo il formaggio dalla latteria, in conto del burro che Alcide Cervi si impegna a consegnare gratuitamente per un certo tempo quanto basta. La farina l’avevamo in casa, altri contadini l’hanno pure data, e sembrava che dicesse mangiami, ora che il fascismo e la tristezza erano andati a ramengo. Facciamo vari quintali di pastasciutta insieme alle altre famiglie. Le donne si mobilitano nelle case intorno alle caldaie, c’è un grande assaggiare la cottura, e il bollore suonava come una sinfonia. Ho sentito tanti discorsi sulla fine del fascismo ma la più bella parlata è stata quella della pastasciutta in bollore. Guardavo i miei ragazzi che saltavano e baciavano le putele, e dicevo: – beati loro, sono giovani e vivranno in democrazia, vedranno lo Stato del popolo. Io sono vecchio e per me questa è l’ultima domenica. Ma intanto la pastasciutta è cotta, e colmiamo i carri con i paioli. Per la strada i contadini salutano, tanti si accodano al carro, è il più bel funerale del fascismo. Un po’ di pastasciutta si perde per la strada per via delle buche, e i ragazzoli se la incollano sotto il naso e sui capelli. Arriviamo a Campegine tra braccia di popolo e scarichiamo la trattoria.

Durante la seduta del Gran Consiglio del fascismo tenuta il 24 luglio 1943, Dino Grandi presentò un ordine del giorno in cui si accusava Mussolini e il regime fascista di aver portato l’Italia verso la sconfitta. Il Gran Consiglio del Fascismo approvò con 19 voti favorevoli, 7 contrari e 1 astenuto l’ordine del giorno presentato da Dino Grandi che esautora Mussolini dalle funzioni di capo del governo. Nel pomeriggio del 25 luglio, il duce rassegnò le dimissioni e il re lo fece arrestare, affidando al maresciallo Badoglio la guida del governo. Il 3 settembre, a Cassibile, in Sicilia, Italia e Alleati anglo-americani firmano un armistizio, che verrà reso noto l’8 settembre.

Ordine del giorno Grandi

“Il Gran Consiglio del Fascismo, riunendosi in queste ore di supremo cimento, volge innanzi tutto il suo pensiero agli eroici combattenti di ogni arma che, fianco a fianco con la gente di Sicilia, in cui più alta risplende l’univoca fede del popolo italiano, rinnovano le nobili tradizioni di strenuo valore e d’indomito spirito di sacrificio delle nostre gloriose Forze Armate. Esaminata la situazione interna e internazionale e la condotta politica e militare della guerra;

proclama

il dovere sacro per tutti gli italiani di difendere ad ogni costo l’unità, l’indipendenza, la libertà della Patria, i frutti dei sacrifici e degli sforzi di quattro generazioni dal Risorgimento ad oggi, la vita e l’avvenire del popolo italiano;

afferma

la necessità dell’unione morale e materiale di tutti gli italiani in questa ora grave e decisiva per i destini della Nazione;

dichiara

che a tale scopo è necessario l’immediato ripristino di tutte le funzioni statali, attribuendo alla Corona, al Gran Consiglio, al Governo, al Parlamento, alle Corporazioni i compiti e le responsabilità stabilite dalle nostre leggi statutarie e costituzionali;

invita

il Governo a pregare la Maestà del Re, verso il quale si rivolge fedele e fiducioso il cuore di tutta la Nazione, affinché Egli voglia per l’onore e la salvezza della Patria assumere con l’effettivo comando delle Forze Armate di terra, di mare, dell’aria, secondo l’articolo 5 dello Statuto del Regno, quella suprema iniziativa di decisione che le nostre istituzioni a Lui attribuiscono e che sono sempre state in tutta la nostra storia nazionale il retaggio glorioso della nostra Augusta Dinastia di Savoia”.