L'exploit dei recuperi tributari a Budrio serve per coprire le non entrate di Polizia Municipale
La variazione di novembre ci consegna un bilancio poco mosso rispetto alla salvaguardia, offrendo tuttavia alcuni spunti per qualche nuova considerazione.
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Non cambiano di molto le previsioni di entrata in parte corrente, e questo è un bene, perché vengono confermate quelle entrate tributarie che già avevamo visto aumentare in modo rilevante soprattutto nella loro componente non ricorrente (ne abbiamo parlato qui).
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L’exploit dei recuperi tributari é servito a compensare il pesante ridimensionamento delle previsioni di altri capitoli di entrata, a cominciare da quello della Polizia Municipale, oggi assestato intorno a 135mila euro rispetto ai 382mila preventivati (ne abbiamo parlato qui).
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A tenere buona compagnia alla Polizia Municipale si aggiunge l’Ufficio Territorio, che con quest’ultima variazione porta le entrate per oneri di urbanizzazione a 528mila euro rispetto ai 672mila previsti ad inizio anno. Questa riduzione di entrate in parte capitale ha avuto qualche effetto collaterale sulla spesa di parte corrente, dato che in sede di previsionale 470mila euro di queste entrate furono destinate al ripiano del bilancio corrente. Da qui la riduzione degli oneri applicati alla parte corrente del bilancio per 98mila euro e le conseguenti variazioni in negativo della spesa.
Ne deriva un quadro d’insieme che rappresenta bene quali siano i punti di forza e di debolezza: nel nostro caso, pur nel rispetto del lavoro di tutti gli settori, crediamo di non offendere nessuno se affermiamo che in termini di entrate gli ottimi risultati dell’ufficio tributi hanno sopperito a quelli deludenti di un ufficio territorio che ha forse risentito dei molti avvicendamenti di personale ed a quelli di un corpo della Polizia Municipale autonomo che non sarebbe economicamente sostenibile ma che la maggioranza, pur di non ammettere l’errore commesso nel farlo uscire dalla gestione associata, guarda di buon occhio perché vede più vigili in organico e tanto le basta.
ART BONUS
Infine, un cenno sui contributi agli investimenti derivanti dall’Art Bonus, per i quali sono stati inseriti 150mila euro in parte capitale sia in entrata che in spesa. Sappiamo tutti, perché è stato detto in commissione, che ad oggi le donazioni effettive si aggirano intorno ai 58mila euro ma che è stato stimato un importo superiore per creare condizioni tali per cui, se ne
arriveranno altre, i fondi siano immediatamente utilizzabili.
In altre circostanze, avremmo forse eccepito sulla mancanza di un titolo giuridico che supporti la previsione di entrata eccedente i 58mila euro, per la quale non conosciamo né l’identità dei donanti né la scadenza della relativa esigibilità.
Oltre a questo, si ripresentano ancora una volta elementi di incoerenza rispetto al Documento Unico di Programmazione: un mese fa, dietro nostra sollecitazione, venne modificato l’obiettivo della riapertura del Teatro, in quanto non esisteva il relativo stanziamento di fondi. Oggi il problema si ripropone in chiave inversa, perché stanziamo risorse per fare un qualcosa che nel DUP non c’è, e questo potrebbe presentare profili di inammissibilità e improcedibilità contemplati dal nostro stesso regolamento di contabilità.
Nonostante questo, ci affidiamo alla comprovata serietà degli uffici preposti, non sollevando eccezioni o perplessità, nell’auspicio che si proceda il più presto possibile con la fase di finanziamento, progettazione e realizzazione della ristrutturazione del teatro.