L’uscita dall’Unione dei comuni evidenzia tutti i limiti di Mazzanti
L’uscita dall’Unione dei comuni evidenzia tutti i limiti di Mazzanti
Venerdì sera non è passata la delibera proposta dalla Giunta comunale che prevedeva l’uscita del Comune di Budrio dal’Unione Terre di Pianura (qui il Consiglio Comunale). La compattezza del centrosinistra e le divisioni in quella che era la maggioranza consigliare non hanno permesso a Mazzanti di avere la maggioranza qualificata, necessaria per questo voto.
Si sono infatti espressi in modo contrario i consiglieri comunali del PD-Budrio Più (Badiali, Cesari, Bortolotti, Zuppiroli), i consiglieri che facevano parte del gruppo di maggioranza e ora sono nel gruppo misto (Todeschini, Magrin), la consigliera Serra di Articolo Uno.
Ora Mazzanti dovrà velocemente correre ai ripari e portare per ben due volte la delibera in Consiglio entro 30 giorni, quando gli basterà la maggioranza semplice.
Prima di trattare la proposta di uscita dall’Unione in Consiglio Comunale, abbiamo presentato come gruppo una pregiudiziale
chiedendo di non votare il punto perché a nostro avviso la delibera presentava violazioni rispetto a quanto previsto dallo Statuto. Ma la maggioranza ha votato per proseguire le operazioni.
Partiamo dalla nostra contrarietà a questa operazione. Noi comprendiamo che dal punto di vista dell’Unione questa uscita sarebbe una sorta di liberazione: finalmente se ne vanno coloro che hanno sempre remato contro, coloro che hanno troppo spesso tenuto posizioni poco chiare, scostanti e contraddittorie. Ma dal punto di vista di Budrio è un salto nel vuoto. È una scelta che, a poco più di un anno dalla fine del mandato amministrativo di questa giunta comunale, mette una seria ipoteca sul futuro di Budrio per molti anni. Questa arroganza non è accettabile.
Veniamo da 3 anni e mezzo di balbettii e balletti sull’Unione. Ma in realtà questi anni rappresentano una débacle per Budrio su tutti i fronti. Nessun contesto di relazioni istituzionali e sovracomunali può dirsi migliorato o rafforzato per noi. Anzi, il contrario: peggioriamo su tutto, in reputazione, in credibilità, in risultati ottenuti, finanziamenti compresi.
Secondo noi mancano due cose importanti: autorevolezza e visione.
Quando si dà sempre la colpa agli altri non si rafforza la propria autorevolezza. Quando non si risolvono i problemi (ma li si evidenzia soltanto) non ci si afferma come amministratori ma al massimo come polemisti della domenica. Quando si cambia opinione tre o quattro volte sullo stesso tema, non si costruisce la propria affidabilità e credibilità.
Paghiamo a caro prezzo lo smantellamento della macchina comunale, tanto più alla luce dell’incertezza sulla riorganizzazione interna e sulle inevitabili convenzioni da stipulare nei prossimi mesi. La mancanza di una visione e di competenze adeguate è evidente e nei fatti: non siamo stati capaci di stare dentro l’unione, starci con autorevolezza, cambiare ciò che andava cambiato, sviluppare progetti, aumentare l’efficienza di quell’ente.
Non c’è nessuna certezza sui possibili risparmi e sul possibile efficientemento della macchina amministrativa, una volta usciti dall’unione. Ciò che propone Mazzanti è una strada impervia, complessa, incerta, tanto più se consideriamo che le difficoltà della macchina amministrativa che sono state ampiamente evidenziate dagli stessi dipendenti comunali.
Storia
Sull’Unione abbiamo 3 anni e mezzo di profonda incoerenza mazzantiana: da un lato si dice che si vuole stare in Unione, dall’altro ogni anno si vota in Consiglio per uscire con servizi, nel mentre abbiamo il sindaco Mazzanti che assume la delega al personale in Terre di Pianura, ma ogni volta sembra parlare del problema del personale come se riguardasse o fosse responsabilità di altri.
Arriviamo poi a giugno 2020, in cui il sindaco fa votare in fretta per uscire con il servizio personale, di cui ricordiamo ha la delega, dicendo che l’obiettivo non è uscire dall’Unione. Meno di 6 mesi dopo il sindaco di ripensa, vuole uscire dall’Unione. Oltre all’evidente sfaso politico, abbiamo uffici che vengono impegnati per fare e disfare progetti ogni 6 mesi. In questo caso, la mancanza di progettualità, si trasforma anche in spreco di risorse pubbliche, anche solo tenendo conto del lavoro dei dipendenti comunali.
Politica
Questi anni rappresentano una débacle per Budrio su tutti i fronti. Nessun contesto di relazioni istituzionali e sovracomunali può dirsi migliorato o rafforzato per noi. Anzi, il contrario: peggioriamo su tutto, in reputazione, in credibilità, in risultati ottenuti (leggasi anche finanziamenti).
Analisi
Nell’analisi del perché questo è successo ci mettiamo due macro-elementi:
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mancanza di autorevolezza: quando si dà sempre la colpa agli altri non la si rafforza; quando non si risolvono i problemi (ma li si evidenzia soltanto) non ci si afferma come amministratori ma al massimo come polemisti della domenica; quando si cambia opinione o si cambia linea 3 o 4 volte sullo stesso tema, non si costruisce la propria affidabilità e credibilità [tutte queste tutte cose non sono nostre interpretazioni, ma testimonianze dirette raccolte ai vari livelli istituzionali e operativi degli enti e aziende pubbliche che hanno a che fare con Budrio].
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mancanza di una visione e di competenze adeguate: ci dispiace dirlo, ma paghiamo a caro prezzo anche lo smantellamento della macchina comunale. Evidentemente anche i rappresentanti della parte amministrativa inviati ad affrontare partite delicate e importanti come la gestione dell’unione terre di pianura non sono stati all’altezza del compito. La dimostrazione sta nel fatto che siamo nella totale incertezza su quello che succederà dopo in termini di riorganizzazioni interne e le inevitabili convenzioni da stipulare per la gestione di alcuni servizi, le risposte date alle domande in commissione (qui per vedere la commissione, verso la fine) dal nostro punto di vista non sono tecnicamente accettabili: dichiarare che non ci saranno costi aggiuntivi per i servizi in convenzione basandosi semplicemente sul fatto che per un caso questi costi non vengono applicati, senza avere nessun accordo ci pare totalmente approssimativo e non consono all’importanza del tema in questione. La mancanza di una visione e di competenze adeguate è evidente e nei fatti: non siamo stati capaci di stare dentro l’unione, starci con autorevolezza, cambiare ciò che andava cambiato, sviluppare progetti, aumentare l’efficienza di quell’ente. Togliere un servizio alla volta, di tanto in tanto, è anche la dimostrazione che non c’è la visione oltre al fatto che devono ancora spiegare in che trattato viene teorizzato che togliere sistematicamente servizi senza conferire progetti contribuisce a rafforzare un Ente. La soluzione politica e tecnica che ci viene sottoposta è autoassolutoria e semplificatoria: usciamo perché l’Unione non funziona, anche se non sappiamo cosa fare domani mattina (la stessa risposta del sindaco alla domanda da me posta in commissione su ambito territoriale ottimale è la rappresentazione plastica di quest’ultima frase)
Cosa succede adesso
Nero su bianco, la maggioranza di Effetto Budrio ha scritto che non c’è nessuna certezza sui possibili risparmi sul possibile efficientamento della macchina amministrativa, una volta usciti dall’unione. Si sceglie quindi una strada impervia, complessa, incerta, tanto più se consideriamo che le difficoltà della macchina amministrativa ci sono e sono state ampiamente evidenziate dagli stessi dipendenti comunali.
Considerazioni sulla scelta
La delibera di uscita di Budrio dall’Unione, dal punto di vista di chi rimane, è una liberazione: se ne vanno i detrattori, coloro che hanno sempre remato contro, coloro che hanno troppo spesso tenuto posizioni poco chiare, scostanti e contraddittorie. Ma dal punto di vista di Budrio è un salto nel vuoto. È una scelta che, a poco più di un anno dalla fine del mandato amministrativo di questa giunta comunale, inciderà sul futuro di Budrio per molti anni.
Non siamo sorpresi che Mazzanti abbia deciso di uscire dall’Unione: era un suo punto del programma elettorale (tra l’altro potrebbe essere anche una delle poche azioni raggiunte). Siamo sconcertati dal continuo balletto fatto in questi 4 anni su Unione, andando ogni anno a togliere un servizio, a spot, dicendo ogni volta che sarebbe rimasto in Unione, salvo poi attribuire ad altri tutte le colpe non assumendosi mai una responsabilità (tra l’altro, ribadiamo, la delega al personale in Unione l’aveva lui, non altri) e senza aver mai portato avanti politiche o progetti per sostenere l’Ente.
Ci dispiace contraddire per l’ennesima volta il sindaco pro tempore di Budrio.
Il voto in consiglio è andato male per lui:
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perché la sua maggioranza è da tempo andata in pezzi;
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perché c’è un’opposizione attenta che si esprime nel merito di scelte che ritiene sbagliate.
Alla terza votazione, avvenuta mercoledì 11 novembre, con il voto a maggioranza semplice, Mazzanti è riuscito nel suo intento.
Quanta fretta, ma dove corri? Le scelte urbanistiche vanno pensate, non subite
Quanta fretta, ma dove corri? Le scelte urbanistiche vanno pensate, non subite
27 ottobre 2020
Oggi raccontiamo una vicenda che dà l’idea delle mani in cui siamo a Budrio.
Nei giorni scorsi, in fretta e furia, il è stata fatta convocare una commissione per affrontare un tema importantissimo e urgentissimo. Questo l’oggetto:
MODIFICA ALL’ARTICOLO 4 DELL’ACCORDO TERRITORIALE PER GLI AMBITI PRODUTTIVI SOVRACOMUNALI DELL’UNIONE TERRE DI PIANURA SOTTOSCRITTO IL 14/05/2007 PER: LA DECLINAZIONE DELLE POLITICHE DEL PUMS E PTM SULLA LOGISTICA DI GRANDI DIMENSIONI MAGGIORI DI 10.000 MQ DI SF NELL’ “HUB METROPOLITANO” DI ALTEDO (SAN PIETRO IN CASALE, BENTIVOGLIO E MALALBERGO); L’INSERIMENTO DELL’ART. 4 BIS PER LA CONDIVISIONE DI UNA PROPOSTA DI INSEDIAMENTO DI UN POLO LOGISTICO DI GRANDI DIMENSIONI NEL COMUNE DI MALALBERGO
Quindi per capirci, in sostanza ci è stato detto: per consentire questo investimento – di dimensioni notevoli – va cambiato un accordo tra comuni che vige dal 2007. E lo dobbiamo fare in fretta, in pochi giorni, per consentire a Malalbergo di non perdere un’opportunità storica per il suo territorio.
Da subito abbiamo fatto notare al Comune che tutto l’iter andava contro il Regolamento del Consiglio Comunale di Budrio: infatti, non solo la convocazione non è stata fatta nei tempi, ma i documenti che consentono ai consiglieri di esprimersi sono arrivati a 24 ore dalla discussione in Commissione.
Quando, venerdì scorso, abbiamo posto il tema in commissione, la risposta del sindaco è stata: “quando ci sono posti di lavoro in ballo, non ci si ferma alle formalità”. Lo ha detto Mazzanti, capite?
Insomma, incomprensibilmente il Comune di Budrio (la sua giunta e la sua maggioranza consiliare) era muto e prono di fronte a un’evidente forzatura per un progetto enorme, che dovrebbe coinvolgere cittadini, urbanisti, associazioni, comunità, prima di essere messo ai voti dei consigli comunali. Il gruppo Effetto Budrio, senza nemmeno esprimersi in commissione (nemmeno una parola), era pronto a subire e sostenere questa operazione urbanistica.
In commissione (clicca qui per il video) abbiamo chiesto informazioni su viabilità (è noto a tutti che, ad esempio, la Trasversale di Pianura viene usata come scorciatoia economica dai mezzi pesanti, evitando Bologna) e impatto ambientale. Il tema economico legato ai posti di lavoro è importantissimo, ma non si può venir meno, nel 2020, a un’analisi più complessiva legata alla sostenibilità (intesa in senso ampio) e agli impatti sul territorio. Abbiamo altresì chiesto cosa sarebbe successo se un comune non avesse votato questa proposta di modifica (era appena uscita la convocazione del Consiglio Comunale di Minerbio senza questo punto tra gli argomenti da trattare) e se fosse possibile rimandare la trattazione di questo punto a un altro Consiglio Comunale, visto che non è indicata una scadenza a ottobre (in questo modo i consiglieri avrebbero potuto arrivare pronti e studiare per bene le carte, fare approfondimenti..).
Alla prima domanda non ci è stato risposto, alla seconda si è deciso di tirare dritto. Perfino la responsabile del settore del Comune di Budrio si è detta in imbarazzo per aver dovuto preparare con così poco tempo degli atti di un progetto che andrebbe studiato di più.
Ma la maggioranza di Effetto Budrio sarebbe andata avanti serena.
Sappiamo di non essere stati i soli ad aver posto domande, in alcuni altri comuni ci si è interrogati sul tema, senza arrivare a convocare in modo forzato e fuori dai tempi del Regolamento il Consiglio Comunale facendo domande nel merito del progetto e si sono interrogati sulla correttezza e la legittimità della procedura più generale. Ieri l’epilogo, per motivi di salute del sindaco (a cui auguriamo pronta guarigione) il Consiglio Comunale di Malalbergo convocato per il 27 ottobre per trattare il punto viene annullato.
E di conseguenza il punto viene ritirato anche da Budrio.
Siamo allo sbando, siamo in mano a nessuno.
Qui a Budrio chiunque può arrivare da fuori con una proposta di delibera urbanistica. Il sindaco non ci ragiona, non la fa studiare a nessun tecnico, se ne fa difensore e sostenitore, anche contro il regolamento comunale e contro il buon senso. La sua maggioranza non ha né voglia né competenze per esprimersi.
Ora che tutto è svanito, rimane un comune incapace di dire la sua e sbeffeggiato dagli eventi: prima ha mosso mari e monti per convocare in ritardo la commissione, senza uno straccio di documento su cui farsi un’idea e votare; poi toglie la delibera dall’ordine del giorno fischiettando, come se niente fosse.
Ecco in quali mani siamo.
BUDRIO MERITA (di) PIÙ: risposte, attenzioni, responsabilità e progetti per il futuro
BUDRIO MERITA (di) PIÙ: risposte, attenzioni, responsabilità e progetti per il futuro.
Articolo a cura del gruppo Budrio Più per il notiziario comunale di ottobre 2020
Chi era con lui conferma: Mazzanti ha mentito sul Teatro
Chi era con lui conferma: Mazzanti ha mentito sul Teatro
Con un post su facebook il consigliere Todeschini (uscito un anno fa dal gruppo di maggioranza, oggi componente del gruppo misto) ha finalmente detto quello che noi – e molte persone che lavorano in enti pubblici e hanno avuto a che fare con il Comune di Budrio – sanno e hanno sempre sostenuto: il sindaco Mazzanti conosceva perfettamente le condizioni di agibilità e sicurezza del Teatro Consorziale di Budrio fin dal suo insediamento e ha imbastito un pessimo teatrino un anno e mezzo dopo.
Scrive Todeschini sul suo profilo facebook:
Sono depositario di una spassosa aneddotica sul sindaco e penso sia giunto il momento propizio per attingere a tale repertorio, perché ritengo cosa buona e giusta fornire una risposta adeguata ad alcune suggestioni perpetrate con ingannevolezza e cinismo ai danni di una comunità troppo spesso distratta o superficiale. L’episodio che voglio ricordare oggi é la commedia pirandelliana da lui messa in scena per fare credere ai budriesi che egli non sapeva dell’inagibilità del teatro, quando invece la cosa gli era nota sin dall’estate 2017. Una pantomima che molti cittadini assorbirono, credendo nella sua buona fede, oltretutto ergendolo a paladino della sicurezza. La realtà era diversa, perché pur sapendo della mancanza della certificazione antincendio sin da Luglio 2017, il sindaco aveva già consentito che si svolgessero le stagioni teatrali 2017/2018 e 2018/2019. In poche parole: la decisione di chiudere il teatro non fu presa, come si volle far credere, per aver appreso che i locali non erano a norma ( cosa che invece era già nota ) bensì perché due funzionari del settore competente chiesero di essere sollevati da qualsiasi responsabilità al riguardo. Naturalmente ho le prove di quanto affermo, e sono pronto a querelare chiunque vorrà smentirmi.
Le motivazioni del sindaco per questa pantomima potrebbero essere molteplici, ma ci interessano poco.
Di sicuro, a questo punto, c’è che:
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nel 2017 il sindaco sapeva perfettamente del Teatro Consorziale
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nella primavera 2018 esce un bando regionale perfetto per fare dei lavori nel nostro teatro storico
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Budrio sceglie di non partecipare
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a dicembre 2018 con un’ordinanza improvvisa il sindaco lo chiude alla cittadinanza
Per rispetto nei confronti del ruolo che ricopre e dell’istituzione che rappresenta, evitiamo di riportare e ricordare i commenti e a questo punto le bugie scritte nero su bianco dal sindaco stesso su facebook e sui giornali.
Che qualcosa, nel racconto di Mazzanti non tornasse l’abbiamo capito subito: sarebbe stato davvero grave che un sindaco per più di un anno non si fosse interessato alle condizioni di uno dei luoghi più storici e belli del nostro paese. Ma i “giri di frittata” – di cui lui è luminare – imbastiti nei mesi successivi sul tema sono davvero incredibili, con mille scuse e inutili giustificazioni, tra i tempi, i soldi che quelli di prima avevano accantonato per lo studio del progetto e mille altri tentativi di arrampicarsi sugli specchi.
Quale obiettivo aveva il sindaco per mentire in questo modo ai cittadini?
Non lo sappiamo. Pensiamo però che sia l’ennesima prova di una persona interessata solo a gettare fango su “quelli di prima”, senza passione né voglia di fare qualcosa di buono per il paese. Non si spiegherebbe la non partecipazione al bando, così come la sfilza di bugie dette sul teatro, come su numerosi altri temi come spesso abbiamo documentato.
Il post del Consigliere Todeschini, oltre all’importante aneddoto sul Teatro, è utile anche perché evidenzia tutti i vuoti e la strumentalità dell’azione amministrativa del sindaco. Sono cose a noi più che note, pensiamo sia importante in questo caso proprio perché a dirlo è chi lo ha sostenuto.
Continua infatti:
Scrivo queste cose perché mi piacerebbe fosse evidente a tutti come, nella sua azione amministrativa, il sindaco si ispiri al “ governare è far credere “ di machiavelliana memoria : far credere che non sapeva nulla del teatro, far credere che non ci sono soldi, far credere di essere un “risanatore”, far credere ogni giorno qualcosa che possa essere utile per salvare la faccia.
(…) Come il sindaco sia riuscito a perdere così tanta fiducia (anche la mia) nel breve volgere di un mezzo mandato penso sia cosa nota: sentendosi direttamente investito dall’elettorato, ha perseguito politiche personaliste pro domo sua e della sua tribù, ponendosi spesso al di fuori e al di là del ruolo di rappresentante di tutti i cittadini, talvolta ignorando o indebolendo le prerogative del Consiglio comunale. Ha puntato tutte le sue armi sul passato e sui suoi predecessori, cercando di indignare ed aizzare i cittadini, anche scadendo nella politica contro la persona. In buona sostanza, credo abbia degradato al cubo non solo il decoro urbano (basta guardarsi intorno) ma anche il contesto politico e il patrimonio sociale, invisibile ma basilare, che regge la comunità e la distingue da una massa.
Sul civismo qualche giorno fa Giulio Pierini sul suo sito ha pubblicato un articolo dal titolo piuttosto eloquente “Si fa presto a dire civismo. Ma poi?” dove scrive: Quando ci appelliamo al civismo a quale esperienze ci rivolgiamo, quale profilo di civismo (tra i tanti) vogliamo promuovere?
Evocare il civismo tout court rischia di essere solo un diversivo “tattico”, soprattutto se non c’è una lettura della società, delle disuguaglianze tra classi e tra i diversi territori metropolitani, se non c’è un progetto per la città che dica concretamente dove si vuole andare di fronte alla crisi climatica, all’invecchiamento, al tema della sicurezza, ai bisogni e alle aspettative dei giovani.
A Budrio lo sappiamo bene cosa significa. Zero progettualità, zero assunzione di responsabilità.
Ne abbiamo parlato più volte su questo sito e purtroppo, temo, continueremo a farlo ancora per un po’.
C’è stata anche la chimera che con un briciolo di (h)onestà e un poco di buon senso si sarebbe potuto amministrare bene un Comune di diciottomila abitanti e liquidare i predecessori come origine di ogni male e di ogni iniquità – scrive il consigliere Todeschini – Anch’io avevo subito quella fascinazione e creduto allo slogan “voltare pagina” ma poi, nel giro di un anno o poco più, ho dovuto constatare che colui che avrebbe dovuto incarnare il ruolo del leader é più che altro un uomo frivolo, in continuo flirt col suo narcisismo ed eternamente convinto di dire cose intelligenti, anche quando propina ai suoi interlocutori menzogne e asinerie. Un “leader” che lanciava proclami sulle cose da fare, con analisi approssimative e immancabilmente condite con la martellante invettiva verso gli avversari politici, per mezzo di allusioni maliziose e affermazioni mendaci tese ad eccitare animi già rancorosi. E’ un’esperienza che andrebbe vissuta sulla propria pelle, proprio come è capitato a me: ore ed ore ad ascoltare monologhi portati avanti con parlata lenta, strisciante e monocorde che ti si avvinghia intorno al corpo come un’edera rampicante e ti intontisce i sensi.
Come tanti budriesi, anche noi non ci siamo fatti intontire dalle bugie e dall’inerzia di Mazzanti. Al contrario, lavoriamo perché questa esperienza fallimentare finisca e Budrio possa tornare ad avere il ruolo che ha sempre avuto.
Debora Badiali
capogruppo Budrio Più
Un'Arena da favola. Rassegna di teatro per grandi e bambini
Un'Arena da favola. Rassegna di teatro per grandi e bambini
Un’Arena da favola è una rassegna dedicata ai bambini e alle famiglie, dopo il successo de L’ora blu che ha illuminato tre splendide serate di luglio, nella location gentilmente messa a disposizione dalla Parrocchia di San Lorenzo.
L’appuntamento è per giovedì 10, venerdì 11 e sabato 12 settembre ore 18 nella bellissima cornice dell’Arena Sant’Agata di Budrio (si accede da via Garibaldi, di fronte alla Biblioteca).
Purtroppo quest’anno, per la prima volta dopo molti anni, a Budrio e nel territorio della pianura non è stata realizzato il festival “Le mani parlanti”. La stessa stagione estiva del Comune non ha previsto appuntamenti dedicati ai bambini e alle loro famiglie. Per questo motivo, grazie alla fondamentale collaborazione di Vittorio Zanella e Rita Pasqualini (Teatrino dell’ES), proponiamo questa “tre giorni” di teatro per ragazzi, con compagnie che hanno alle spalle decenni di esperienza.
10, 11, 12 settembre 2020 ore 18:00
Arena Sant’Agata
(ingresso da via Garibaldi)
Contributo per lo spettacolo: 5 €
Abbonamento per i tre spettacoli: 12 €
La prenotazione non è obbligatoria, ma consigliata: manda un messaggio whatsapp al 353 4056402 o contattaci per mail info@budriopiu.it
Budrio merita di più: il metà mandato
Budrio merita di più: il metà mandato
Per questi giorni avevamo programmato una campagna sul metà mandato amministrativo: il punto della situazione a Budrio dopo quasi 3 anni dall’inizio dell’attività della Giunta Mazzanti. Oltre un mese fa abbiamo prenotato le affissioni dei manifesti e preparato un libretto di 8 pagine con il bilancio (negativo, per noi e per moltissimi cittadini) di questo mandato che sarà nelle case nei prossimi giorni.
Per noi è un po’ come mettere un punto e andare a capo.Budrio e tutti noi dobbiamo pensare al futuro del nostro territorio e del nostro comune, sapendo che adesso c’è una battaglia da combattere, ognuno nei comportamenti quotidiani, per il contenimento del nuovo Coronavirus.
Guardiamo avanti. Lo faremo, come sempre, confrontandoci con tutti ma da adesso – ancor più di prima – raccogliendo idee, costruendo proposte e relazioni positive di comunità.
Una montagna di soldi dallo Stato. Ma Mazzanti piange lo stesso
Una montagna di soldi dallo Stato. Ma Mazzanti piange lo stesso
Giovedì 30 luglio in Consiglio Comunale abbiamo affrontato le scadenze di bilancio di questa fase dell'anno: variazione assestamento bilancio 2020-2022 e Salvaguardia degli equilibri di bilancio.
Come sempre Mazzanti cade sul fact-checking
Come sempre Mazzanti cade sul fact-checking
In tre anni di mandato, non c’è una sola intervista del sindaco Mazzanti in grado di superare un fact-checking. Esattamente come quella sul Carlino del 19 Luglio, dove afferma falsità e mezze verità in modo spudorato.
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Mazzanti dice di aver ereditato una situazione del Comune in pre-dissesto. Niente di più falso. Non esiste un solo documento che possa provarlo, anzi: i pareri dei revisori dei conti, negli anni, non accennano mai a un contesto del genere. Inoltre, non risulta che nessuno né prima né dopo abbia denunciato la gravità della situazione agli organi competenti. Quindi siamo alle solite illazioni, dopo 3 anni ci aspettiamo qualcosa di più dal sindaco in carica.
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Dice che adesso i conti sono a posto e potrà investire in un mutuo per la ristrutturazione del teatro: in realtà già nel 2018 il Comune avrebbe potuto accendere nuovi mutui per oltre 1 milione di euro ma non lo ha fatto (è nei documenti di Giunta).
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Dice di aver ridotto il debito del 25% rispetto al 2016, ma non è affatto merito suo: i soldi per pagare le rate dei mutui del 2017 erano state accantonate dal sindaco precedente. Quindi Mazzanti può semmai rivendicare di aver ridotto il debito del 13%, che poi è semplicemente un calo fisiologico in base ai piani di ammortamento dei mutui.
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Ricordiamo poi che l’estinzione dei mutui della società partecipata Step è stata possibile solo grazie ai 2 milioni di euro ricavati dalla vendita delle azioni Hera.
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Mazzanti si vanta di aver portato il debito pro capite da 834 euro a 618: sono numeri falsi, inventati di sana pianta, come dicono i documenti ufficiali che lui stesso ha portato in Consiglio. La verità è che nei suoi tre anni di mandato il sindaco ha ridotto di 90 euro il debito pro capite, ma ha aumentato per lo stesso importo la pressione tributaria pro capite (da 421 euro del 2017 agli attuali 510).
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Afferma poi di non aver aumentato i costi per le famiglie, ma è falso: sono state aumentate molte tariffe ed è stata aumentata l’addizionale Irpef, questo vale un prelievo di più di mezzo milione di euro ogni anno.
Vorremmo che fosse chiaro, quindi, che gli unici artefici dell’abbassamento del debito e dell’aumento delle entrate sono i budriesi che pagano più tasse e tariffe, a livelli che non hanno precedenti nella storia di Budrio.
Nello stesso tempo i cittadini si ritrovano un comune inefficiente e assente nelle frazioni e in generale con meno manutenzioni, meno attenzione allo sport, meno cultura, meno comunità. Per non parlare degli investimenti: gli unici lavori visti in questi anni e ancora in corso sono il frutto del lavoro dell’amministrazione precedente, come il Magazzino sementi, la viabilità ciclabile intorno alla stazione, la messa in sicurezza della scuola di Mezzolara.
Mentre nel Palazzo succede di tutto, a Budrio e nelle frazioni è tutto fermo
L'articolo, a firma del gruppo consigliare Budrio Più, per il notiziario comunale di luglio 2020
Bilancio previsionale 2020 di Budrio. La nostra analisi
Bilancio previsionale 2020 di Budrio. La nostra analisi
Mercoledì 15 aprile l'amministrazione di Budrio ha convocato il Consiglio Comunale per far approvare il documento unico di programmazione (DUP) e il bilancio previsionale 2020.