Attuazione del programma: la relazione della sindaca dopo il primo anno di mandato
consiglio comunale
Nel Consiglio comunale del 27 luglio vi è stato il primo report sull’attuazione del programma di mandato, a un anno dall’insediamento della nuova Giunta e del nuovo Consiglio comunale.
La sindaca Debora Badiali ha relazionato sullo stato delle cose, le attività in essere, la programmazione complessiva e i progetti in costruzione per Budrio. Purtroppo, la relazione prende le mosse dagli effetti della grave alluvione che ha colpito duramente tutta la Regione e anche Budrio. Il cataclisma sta impegnando su più fronti amministratori e uffici, in stretta relazione con gli enti competenti come Regione, Bonifica Renana, Città metropolitana.
–> Il testo si può leggere cliccando qui <–
Ottenuti 200mila euro per piazza Filopanti: rigenerazione verde e commerciale
consiglio comunale
Arriva un’altra buona notizia sul fronte delle riqualificazioni e delle risorse attratte a Budrio dall’esterno. In questo caso parliamo di Piazza Filopanti, su cui arriveranno 200mila euro della Regione da un bando indetto dalla Città metropolitana di Bologna, destinato a interventi per la riqualificazione e la valorizzazione della rete commerciale.
Un profondo restyling della piazza, nuovo arredo urbano, nuove aree verdi, sistemazione della pavimentazione.
La notizia è stata diffusa nei giorni scorsi dalla sindaca:
La vittoria di questo bando rappresenta un grande risultato, frutto del lavoro di amministrazione e uffici tecnici, che evidenzia la volontà di rendere il centro storico più moderno e vivibile. La valorizzazione del centro storico è un punto del programma di mandato. Ci siamo candidati a questo bando 2 mesi dopo le elezioni proprio perché la piazza e la via centrale versavano in condizioni non ottimali. L’anno scorso siamo arrivati terzi, abbiamo lavorato per migliorare il progetto e quest’anno siamo riusciti a ottenere il finanziamento.
Sindaca che poi si toglie alcuni sassolini sui temi oggetto di polemiche sguaiate da parte di chi, essendo disinformato, fa a sua volta disinformazione. Riassumiamo, in particolare, le puntualizzazioni sulla rimozione per ragioni di sicurezza dei 5 alberi presenti in piazza:
- gli alberi sono stati periziati da una società scelta da chi amministrava nel mandato precedente: è la stessa procedura che devono fare i privati, vale anche per un ente pubblico
- gli abbattimenti non fanno piacere ma a volte sono necessari: lo scorso anno più volte sono caduti improvvisamente rami in piazza e fortunatamente nessuno è stato colpito
- agosto non c’entra niente: semplicemente, con una perizia che certifica lo stato pericolo degli alberi, il Comune interviene perché anche in questo periodo continua a lavorare per la sicurezza e interviene con urgenza, visti gli improvvisi eventi estremi meteorologici a cui assistiamo ormai continuamente
- non vengon tolti alberi in vista delle risorse assegnate, ma grazie a quel bando vinto il Comune potrà intervenire anche sull’ampliamento delle zone verdi
Come abbiamo già visto con altre azioni, risultati e risorse ottenute, veniamo da anni in cui tutto questo non succedeva e le risorse che arrivavano a Budrio erano solo quelle “a pioggia” che sono arrivate a tutti i comuni, quota parte. Anche sulla riqualificazione del centro storico, dopo anni di inerzia, si cambia passo e questa è un’ottima notizia per Budrio.
Dei risultati del bando “Promozione e marketing del territorio” si è occupato Il Resto del Carlino Bologna qui.
Alluvione. Chi ha dovuto abbandonare casa può chiedere il contributo per l'autonoma sistemazione
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Con il decreto regionale 74/2023 anche nel Comune di Budrio Sto è possibile fare domanda per i CAS, contributi per l’autonoma sistemazione a seguito degli sgomberi svolti in seguito alle alluvioni del mese di maggio 2023. La misura è rivolta a quei nuclei familiari la cui abitazione principale, abituale e continuativa è stata abbandonata per un provvedimento di sgombero dell’autorità competente.
Il contributo spetta al singolo nucleo familiare che abbia provveduto (e/o stia ancora provvedendo) autonomamente e temporaneamente alla propria sistemazione abitativa alternativa.
L’importo del contributo su base mensile è di 400 € per il nucleo con 1 componente, 500 € per 2 componenti, 700 € per 3 componenti, 800 € per 4 componenti, 900 € per 5 o più componenti.
Al contributo vanno aggiunti 200 € per ogni componente che alla data degli eventi calamitosi risulti: di età superiore a 65 anni oppure persona con disabilità (invalidità non inferiore al 67%).
Per periodi inferiori al mese, il contributo è conteggiato in base al numero dei giorni di mancata fruibilità dall’abitazione. La domanda va presentata entro e non oltre il 30.06.2023 esclusivamente l’apposito modulo. Può essere consegnata a mano all’U.R.P. del Comune di Budrio negli orari d’ufficio oppure spedita con raccomandata A/R.
Clicca qui per tutte le informazioni utili e necessarie.
Il Cas (contributo per l’autonoma sistemazione) fu oggetto di una lunga problematica in occasione dell’alluvione del 2019 che ha colpito in parte le stesse zone della rottura dell’Idice dello scorso maggio. Si evidenziarono diverse mancanze da parte del Comune che produssero micro rimborsi alle famiglie colpite che si trovarono beffate dalla cattiva gestione di questa importante pratica. Solo dopo mesi di polemiche e servizi giornalistici il problema fu compreso e parzialmente risolto.
Qui ne avevamo parlato ricostruendo la vicenda (clicca).
Oggi, per fortuna, siamo in un altro contesto amministrativo: l’iter burocratico e le attività di comunicazione sono partite con il piede giusto.
[Le immagini sono tratte dal sorvolo con drone effettuato dal gruppo della Protezione Civile di Calderara il 28 maggio scorso]
Sono state rinnovate le consulte territoriali del Comune. I risultati e le parole della sindaca
consiglio comunale
“Le consulte territoriali sono una bella tradizione per Budrio, ma soprattutto un’esperienza civica e uno strumento di partecipazione utile ai cittadini e alle realtà organizzate. Vanno rilanciate e ripensate“ dichiara la sindaca Debora Badiali. “Anche per questo abbiamo adottato un nuovo regolamento sulla base del quale sabato 17 giugno le consulte sono state rinnovate nei suoi componenti. Mi fa molto piacere che ad alcune figure con esperienza e radicamento sul territorio si affianchino nuove energie. A tutti i componenti auguro un buon lavoro e li aspetto in Comune per iniziare questo percorso insieme. La partecipazione, gli spunti e le richieste che arrivano dalle frazioni e dal territorio sono fondamentali per svolgere al meglio il compito che ci è stato affidato dai cittadini proprio un anno fa.“
Ecco chi sono i 25 nuovi componenti nelle cinque consulte territoriali del Comune di Budrio, dopo la riforma di cui avevamo parlato recentemente (clicca qui).
Si è votato nella mattinata di sabato 17 giugno per tre delle consulte: a Budrio capoluogo e nelle frazioni di Prunaro e Vedrana.
Sono risultati eletti:
–> Consulta del capoluogo, Vigorso e Riccardina (numero di preferenze tra parentesi):
Bortolotti Daniele (137)
Carelli Antonio (68)
Davalli Angelo (149)
Davalli Monica (83)
Santagata Manuela (134)
–> Consulta di Vedrana (numero di preferenze tra parentesi):
Busato Francesco (34)
Gurnari Valentina 28)
Piazzi Raul (27)
Salmi Sandra(38)
Sazzini Maria Elena (38)
–> Consulta di Prunaro e Cento (numero di preferenze tra parentesi):
Binassi Paola (21)
Boarini Stefano (97)
Cosentino Antonella (95)
Nepoti Stefania (21)
Pedretti Franco (90)
Non si è votato invece per le consulte di Mezzolara-Dugliolo e di Bagnatola-Maddalena dove il numero dei candidati era lo stesso dei seggi da ricoprire nei due organismi. Ecco i nuovi componenti:
–> Consulta di Mezzolara-Dugliolo:
Brini Gianfranco
Farinazzo Martino
Fiermonte Raffaella
Mengoli Andrea
Rotolo Magda
–> Consulta di Bagnarola-Maddalena-Armarolo
Bersani Carlo
Guernelli Susanna
Ruggeri Bruno
Tassi Elena
Zurla Alfonso
In Consiglio sì allo ius soli e alle coppie omogenitoriali. Opposizione divisa.
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Ieri in Consiglio comunale tre mozioni su temi di grande importanza sociale e civile: una sul diritto negato alla cittadinanza promossa dal gruppo di maggioranza Apriti Budrio e altre due sulla tutela delle coppie omogenitoriali e dei loro figli, proposte rispettivamente dal gruppo di maggioranza e da due consiglieri dell’opposizione, Enrico Procopio e Luca Capitani. Tutte e tre le mozioni sono state approvate con un ampia votazione favorevole del Consiglio.
Il voto contrario sulle tre mozioni è arrivato solo dai tre consiglieri di Noi per Budrio che appartengono anche a Fratelli d’Italia. Una spaccatura evidente, dunque, in seno alla sedicente lista civica che aveva candidato Maurizio Mazzanti a sindaco. Comprensibile l’imbarazzo, ma altrettanto deboli le giustificazioni addotte sulla divergenza di opinioni che rappresenterebbe, secondo loro, una ricchezza. Questo può valere in astratto, ma non in questo caso visto che si parla di diritti, di vita reale delle persone e soprattutto di ciò che determina la propria identità politica e la propria idea di convivenza civile.
La visione della destra su questi temi è chiara, reazionaria e retrograda. Lo vediamo tutti i giorni nel dibattito nazionale. E ne abbiamo avuto prova anche a Budrio in Consiglio comunale ieri. Così come è evidente la spaccatura culturale, ideale e valoriale all’interno del gruppo Noi per Budrio: una compagine nata e tenuta insieme finora dal solo tentativo di sommare le forze per occupare migliori posizioni di potere nel territorio, colpendo e indebolendo il centrosinistra.
La nota del consigliere Andrea Quaiotto che ha presentato la mozione della maggioranza sulle coppie omogenitoriali, è esplicita nel rivendicare pari diritti e pari trattamenti per chi si trova nella stessa condizione di genitore:
L’obiettivo principale di questa mozione è garantire che i diritti dei bambini non siano limitati e che non vengano discriminati rispetto agli altri figli. È fondamentale riconoscere che i bambini cresciuti in famiglie omogenitoriali abbiano gli stessi bisogni e diritti di quelli cresciuti in famiglie tradizionali. Non dobbiamo permettere che l’orientamento sessuale dei genitori influisca negativamente sulla vita dei loro figli. Pertanto, è essenziale che il riconoscimento legale delle coppie omogenitoriali includa entrambi i genitori. Immaginiamo per un attimo una situazione in cui venga riconosciuta solo la paternità e non la maternità o la paternità in caso di coppia omosessuale. Nel caso in cui venisse a mancare il padre biologico, il bambino andrebbe in istituto e verrebbe affidato ai servizi sociali. Questo risultato non solo negherebbe l’amore e l’impegno dell’altro genitore, ma potrebbe anche privare il bambino di un ambiente familiare stabile e amorevole. Per evitare tali situazioni ingiuste, è fondamentale che la legge riconosca entrambi i genitori all’interno delle coppie omogenitoriali. Solo in questo modo si possono tutelare i diritti e il benessere delle bambine e dei bambini, garantendo loro un ambiente sicuro e amorevole.
I TESTI DELLE MOZIONI
Gruppo Apriti Budrio
Il Consiglio comunale di
Premesso che:
l’articolo 7 della Convenzione sui diritti del fanciullo, fatta a New York il 20 novembre 1989 e ratificata dall’Italia con legge 27 maggio 1991, n. 176 sancisce che: “Il fanciullo è registrato immediatamente al momento della sua nascita e da allora ha diritto ad un nome, ad acquisire una cittadinanza e, nella misura del possibile, a conoscere i suoi genitori ed a essere allevato da essi”; l’articolo 3, comma 1 afferma che: “In tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza sia delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l’interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione preminente” e che il minore ha diritto a essere tutelato a prescindere da qualunque condizione personale sua o dei suoi genitori;
la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, all’articolo 24, protegge il diritto del minore alla famiglia e al riconoscimento del proprio status di figlio o figlia, in particolare affermando – al comma 3 – che “ogni bambino ha diritto di intrattenere regolarmente relazioni personali e contatti diretti con i due genitori, salvo qualora ciò sia contrario al suo interesse”;
la Corte europea dei diritti dell’uomo, nel proprio parere del 10 aprile 2019 – reso su richiesta della Corte di cassazione francese – ha affermato l’esistenza, in capo agli Stati firmatari della Convenzione, dell’obbligo di riconoscere lo status di figlio nei confronti di entrambi i genitori ai minori nati a seguito del ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita – ivi compresa la gestazione per altri – anche quando tali tecniche non sono consentite nell’ordinamento in cui il bambino nasce o si stabilisce assieme ai propri genitori; gli Stati membri restano liberi di scegliere attraverso quale strumento assicurare tale riconoscimento, a condizione che tali strumenti assicurino pienezza, certezza e stabilità dello status di figlio nel più breve tempo possibile;
Considerato che:
la Corte costituzionale, con le sentenze n. 32 e 33 del 2021, ha riconosciuto l’esistenza di una lacuna dell’ordinamento italiano in relazione alla tutela delle bambine e dei bambini con genitori dello stesso sesso, invitando il legislatore a provvedere con l’avvertenza che – nel protrarsi dell’inerzia legislativa – si sarebbe in presenza di un “intollerabile” vuoto di tutela per queste bambine e questi bambini; in particolare, la Corte ha ritenuto che – pur essendo necessario un intervento legislativo per disciplinare organicamente la materia, anche assicurando l’equilibrio tra tutela dell’interesse del minore e legittimo interesse dello Stato a non incentivare il ricorso, in Italia, a talune tecniche procreative – gli strumenti di tutela alternativa attualmente riconosciuti dalla giurisprudenza e, in specie, l’adozione in casi particolari di cui all’articolo 44, lettera d) della legge 5 maggio 1983, n, 184 non siano idonei ad assicurare una tutela equivalente rispetto a quelle discendenti dalla registrazione anagrafica o, comunque, dal pieno riconoscimento dello status filiationis;
nel caso delle famiglie omogenitoriali, infatti, l’adozione in casi particolari, pur assicurando una limitata copertura giuridica al rapporto tra il minore e il genitore non riconosciuto legalmente, non appare istituto idoneo a riconoscere la situazione familiare nella sua specificità e soprattutto non appare idoneo a tutelare la posizione del minore in caso di separazione dei genitori ovvero di morte prematura di uno di essi; anzitutto, l’adozione resta affidata all’iniziativa del genitore non riconosciuto e, in caso di inerzia di quest’ultimo, non è in alcun modo coercibile e inoltre, in caso di morte del secondo genitore prima dell’adozione, non vi è alcun modo per assicurare tutela – anche successoria – al/la minore; in secondo luogo, l’adozione è subordinata all’espressione dell’assenso da parte del genitore legalmente riconosciuto che, in caso di morte o separazione conflittuale, potrebbe mancare come in effetti in molti casi accade, rendendo impossibile la tutela del legame tra il minore e il secondo genitore; inoltre, secondo il prevalente orientamento delle Corti minorili, l’adozione in casi particolari può essere chiesta e ottenuta solo quando il minore abbia raggiunto una certa età, con ciò privando bambine e bambini, dalla nascita e nelle prime fasi della vita, della certezza giuridica del rapporto con uno dei due genitori; l’adozione in casi particolari, infine, presuppone lo svolgimento di indagini affidate a psicologi e assistenti sociali, chiamati a valutare l’idoneità dell’ambiente familiare rispetto alla tutela dell’interesse del minore e, soprattutto, la capacità genitoriale dell’adottante; tali indagini, talora molto invasive, non solo sottopongono le famiglie omogenitoriali a una grave fonte di stress e disagio, ma rendono evidente l’inadeguatezza dell’istituto adottivo a dare copertura giuridica a situazioni familiari che esistono e sono consolidate fin dal momento della nascita del minore e anzi, a ben vedere, prima ancora di essa;
la persistente assenza di efficaci strumenti di riconoscimento e tutela dello status delle bambine e dei bambini con genitori dello stesso sesso dà luogo a gravissime difficoltà di ordine pratico; nella vita quotidiana, infatti, bambine e bambini hanno due genitori dello stesso sesso, ma solo uno è riconosciuto come tale dalla legge; l’altro genitore, invisibile all’ordinamento, non ha modo di esercitare i propri doveri e le proprie responsabilità genitoriali, dagli atti più semplici – come viaggiare – a quelli più complessi e dolorosi, ad esempio in ambito sanitario;
la Suprema Corte di Cassazione ha affermato, fin dalla sentenza della prima sezione civile del 11 gennaio 2013, n. 601, che è “un mero pregiudizio quello per cui sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale”; tale conclusione è perfettamente coerente con gli studi che, ormai da decenni, indicano che l’orientamento sessuale dei genitori non rappresenta un fattore di rischio per il sano sviluppo psicologico delle bambine e dei bambini;
Considerato altresì che:
la disciplina delle registrazioni anagrafiche è contenuta nel decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000, n. 396; in particolare, per quel che riguarda la registrazione di bambine e bambini nate/i in Italia, all’ufficiale dello stato civile non è riconosciuta alcuna discrezionalità nella decisione di ricevere o meno dichiarazioni di nascita e/o di riconoscimento del minore, rimanendo ogni valutazione di legittimità dell’atto formato e – soprattutto – ogni valutazione sostanziale attinente all’esistenza dello status filiationis affidata all’autorità giudiziaria; per quel che riguarda la trascrizione di atti di nascita formati all’estero, il controllo di non contrarietà dell’atto all’ordine pubblico da parte dell’ufficiale di stato civile appare limitato a profili di carattere formale, non potendosi spingere fino a una valutazione di legittimità sostanziale né, tantomeno, a un giudizio sulla sussistenza dello status per come riconosciuto nell’ordinamento di provenienza dell’atto; anche in questo caso tali valutazioni sono infatti affidate all’autorità giudiziaria, come si evince dalle pertinenti disposizioni della legge 31 maggio 1995, n. 218, recante Riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato; in ogni caso, per quanto riguarda la trascrizione degli atti stranieri con due madri, l’autorità giudiziaria – sia la Corte di Cassazione sia, indirettamente, la Corte costituzionale – si è già espressa più volte proprio per escludere tale contrarietà.
INVITA IL SINDACO
– a effettuare le registrazioni anagrafiche necessarie ad assicurare tutela alle bambine e ai bambini con genitori dello stesso sesso;
– ad adoperarsi in ogni sede politica e istituzionale per favorire l’approvazione di una legge che, disciplinando organicamente la materia del diritto delle relazioni familiari, assicuri piena eguaglianza e pari dignità sociale e giuridica a tutte le famiglie e piena tutela alle bambine e ai bambini con genitori dello stesso sesso.
Consiglieri Luca Capitani, Enrico Procopio
Oggetto: REGISTRAZIONI ANAGRAFICHE FAMIGLIE OMOGENITORIALI
Invito al Sindaco affinché proceda con le registrazioni anagrafiche dei figli di coppie omogenitoriali indicando entrambi i genitori; – Sollecito al Parlamento affinché discuta le Proposte di Legge in materia di stato giuridico dei figli di coppie omogenitoriali volte a tutelare l’interesse del minore.
PREMESSO CHE:
Nell’ordinamento italiano lo status filiationis è elemento costitutivo dell’identità personale, protetta dall’articolo 2 della Costituzione. Già da tempo è stato ritenuto che l’ambito di operatività, e quindi di riconoscimento e tutela costituzionale, dell’articolo 2 della Costituzione si estende anche alla fattispecie della famiglia di fatto e a quella composta da persone dello stesso sesso; l’evoluzione dell’ordinamento, muovendo dalla nozione tradizionale di famiglia, ha progressivamente riconosciuto rilievo giuridico alla genitorialità sociale, ove non coincidente con quella biologica (sentenza Corte costituzionale n. 272 del 2017), tenuto conto che «il dato della provenienza genetica non costituisce un imprescindibile requisito della famiglia stessa» (sentenza Corte costituzionale n. 162 del 2014); nell’ordinamento giuridico italiano, sebbene l’impianto legislativo della legge n. 40 del 2004, recante norme in materia di procreazione medicalmente assistita, precluda il ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita a coppie dello stesso sesso, continua a mancare un esplicito divieto di accogliere atti di registrazione di figli nati a seguito di tecniche praticate all’estero; l’art. 9 della medesima legge sopracitata, inoltre, nel valorizzare, rispetto al favor veritatis, il consenso alla genitorialità e l’assunzione della conseguente responsabilità nell’ambito di una formazione sociale idonea ad accogliere il minore «dimostra la volontà di tutelare gli interessi del figlio», garantendo «il consolidamento in capo al figlio di una propria identità affettiva, relazionale, sociale, da cui deriva l’interesse a mantenere il legame genitoriale acquisito, anche eventualmente in contrasto con la verità biologica della procreazione» (sentenza Corte costituzionale n. 127 del 2020); anche sul piano del diritto dell’Unione europea, la Carta dei diritti fondamentali UE dichiara, all’articolo 24, comma 2, che «in tutti gli atti relativi ai bambini, siano essi compiuti da autorità pubbliche o da istituzioni private, l’interesse superiore del bambino deve essere considerato preminente»; nell’ambito del diritto internazionale, nella Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo del 1959 (principio 2), si prevede che, nell’approvazione di leggi e nell’adozione di tutti i provvedimenti che incidano sulla condizione del minore, ai “best interests of the child” debba attribuirsi rilievo determinante (“paramount consideration”); anche nella Convenzione sui diritti del fanciullo – approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre del 1989 a New York ed entrata in vigore il 2 settembre 1990 -, che rappresenta lo strumento normativo internazionale più importante e completo in materia di promozione e tutela dei diritti dell’infanzia, si fa menzione all’articolo 3, paragrafo 1, del rilievo preminente (“primary consideration”) da riservare agli interessi del minore. Incombe, sugli Stati aderenti alla Convenzione sui diritti del fanciullo di New York (art. 9, paragrafo 1) l’obbligo di rendere effettivi tali diritti e di garantire (art. 9, paragrafo 3) la stabilità dei legami e delle relazioni del minore in riferimento a tutte le persone con cui quest’ultimo abbia instaurato un rapporto personale stretto, pur in assenza di un legame biologico («persons with whom the child has had strong personal relationships» (General Comment No. 14 (2013) on the right of the child to have his or her best interests taken as a primary consideration (art. 3, para. 1), adottato dal Comitato sui diritti del fanciullo il 29 maggio 2013, CRC/C/GC/14); in sede di ratifica della Convenzione sui diritti del fanciullo, lo Stato italiano si è impegnato ad adottare «tutti i provvedimenti appropriati affinché il fanciullo sia effettivamente tutelato contro ogni forma di discriminazione o di sanzione motivate dalla condizione sociale, dalle attività, dalle opinioni professate o convinzioni dei suoi genitori, dei suoi rappresentanti legali e dei suoi familiari» nonché a tenere in considerazione «l’interesse prevalente del minore» in tutte le decisioni relative ai bambini (Legge 27 maggio 1991 n.176, articoli 2 e 3); la Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU) ha ripetutamente ricondotto all’art. 8 CEDU la garanzia di legami affettivi stabili con chi, indipendentemente dal vincolo biologico, abbia in concreto svolto una funzione genitoriale, prendendosi cura del minore per un lasso di tempo sufficientemente ampio (Corte EDU, sezione prima, sentenza del 16 luglio 2015, Nazarenko contro Russia, paragrafo 66);
CONSIDERATO CHE:
la trasmissione degli atti formati all’estero per la trascrizione nei registri dello stato civile è un procedimento imposto ai sensi dell’articolo 17 del decreto del Presidente della Repubblica n. 396 del 2000, non sussistendo discrezionalità in capo all’ufficiale di stato civile. Ai sensi dell’articolo 236 del codice civile, l’atto di nascita è strumento idoneo a provare il possesso di uno status, in questo caso di figlio, che verrebbe quindi deliberatamente modificato dall’ufficiale dello stato civile che ometta di trascrivere entrambi i genitori, mettendo in atto una condotta di alterazione di stato, nonché una falsità materiale; con le sentenze 32 e 33 del 2021, la Corte Costituzionale ha riscontrato nell’ordinamento italiano la sussistenza di un grave vuoto di tutela dell’interesse del minore, in quanto, seppur non vietata, non è nemmeno garantita in maniera esplicita una forma di riconoscimento dei legami affettivi del minore nato a seguito di tecniche di procreazione medicalmente assistita praticate all’estero da una coppia di persone dello stesso sesso. Tali bambini, di conseguenza, rischierebbero di essere ascrivibili alla categoria di «nati non riconoscibili», subendo di conseguenza una ingiustificata compressione dei propri diritti da far valere nei confronti delle due persone che si sono assunte la responsabilità della procreazione, tra i quali, a titolo esemplificativo, i diritti al mantenimento, all’educazione, all’istruzione, ma anche i diritti successori, soprattutto in caso di inadempimento e di crisi di coppia; con le medesime sentenze sopracitate, la Corte costituzionale ha rivolto un netto monito al legislatore, chiarendo che lo stesso «nell’esercizio della sua discrezionalità, dovrà al più presto colmare il denunciato vuoto di tutela, a fronte di incomprimibili diritti dei minori», e concludendo, infine, che «non sarebbe più tollerabile il protrarsi dell’inerzia legislativa, tanto è grave il vuoto di tutela del preminente interesse del minore»; sul piano dell’attività legislativa, già nella XVIII legislatura sono state depositate alla Camera dei Deputati proposte di legge volte a dare seguito al monito espresso dalla Corte costituzionale nelle sopracitate Sentenze 32 e 33 del 2021, tra le quali vi è una Proposta a prima firma Riccardo Magi, ripresentata nella legislatura in corso (A.C. 70). Tale proposta, recante modifiche alla legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di stato giuridico dei nati a seguito di procreazione medicalmente assistita, senza intervenire sui requisiti o sulle condizioni di accesso alle tecniche di PMA in Italia, né in materia di Gestazione per Altri, si limita a garantire l’interesse del minore alla continuità dello status filiationis, anche qualora sia nato a seguito dell’applicazione di tecniche praticate al di fuori delle condizioni e in assenza dei requisiti previsti, senza che a tal fine rilevi che ciò si sia verificato in violazione della normativa italiana ovvero, legittimamente, in un Paese estero in osservanza della relativa normativa.
INVITA Il Sindaco, anche a fronte delle evoluzioni del quadro giurisprudenziale e normativo, a procedere con le registrazioni anagrafiche dei figli di coppie omogenitoriali indicando quali genitori entrambe le persone che si sono consapevolmente assunte la responsabilità della procreazione.
SOLLECITA Il Parlamento a discutere le proposte di legge indicate in premessa e comunque a modificare la normativa per porre fine alle discriminazioni in essere che determinano una grave violazione dei diritti preminenti del minore, dando seguito al monito espresso dalla Corte costituzionale con le Sentenze 32 e 33 del 2021, nonché per riconoscere l’eguaglianza e la pari dignità di tutte le famiglie.
Gruppo Apriti Budrio
30 Maggio 2023 – mozione
Il Consiglio Comunale di Budrio (Bologna)
Premesso che
- Secondo l’articolo 2 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, gli Stati membri devono impegnarsi al rispetto dei diritti enunciati nella suddetta Convenzione e a garantirli ad ogni minore sotto la loro giurisdizione senza nessuna distinzione o pregiudizio, col fine ultimo di tutelare ogni fanciullo contro ogni forma di discriminazione.
- Il tema chiave dell’integrazione delle cittadine e cittadini stranieri in Italia e in Europa è una delle sfide più impegnative da affrontare per gli Stati Europei ed è un impegno sul quale si gioca il futuro stesso del nostro Paese. La necessità di una nuova legislazione in materia di cittadinanza per gli stranieri che risiedono in Italia è oggetto del dibattito politico in diversi luoghi istituzionali.
- La Convenzione Europea sulla Nazionalità siglata tra gli Stati membri del Consiglio d’Europa il 6 novembre 1997, ancora in attesa di essere ratificata da parte del nostro Paese, prevede che ciascuno Stato faciliti, nell’ambito del diritto domestico, l’acquisizione della cittadinanza da parte delle “persone nate sul suo territorio e ivi domiciliate legalmente ed abitualmente” (art.6, comma 4, lettera e).
- L’articolo 3 della Costituzione Italiana garantisce che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Premesso inoltre che
- Gli stranieri residenti a Budrio ad oggi sono 1744, pari al 9,5% della popolazione residente; di questi, 1138 sono extracomunitari, pari al 65%, e 368 sono minori, pari al 21%.
- Il nostro Statuto Comunale prevede che il Comune ispiri “la sua azione ai valori di equità, di solidarietà, di giustizia sociale”, concorra “all’affermazione della pace e della libertà finalizzando la sua iniziativa alla promozione e alla attuazione dei principi costituzionali” (art.2) e promuova “le iniziative e gli interventi necessari per assicurare pari dignità ai cittadini e per tutelare i diritti fondamentali” (art. 3).
Considerato che
- È necessario riformare la legge 91/1992 in considerazione dei mutamenti che hanno interessato e tuttora interessano il tessuto del nostro Paese, andando anche a tutelare la fascia dei minori nati in Italia o all’estero da genitori stranieri e residenti in Italia, attualmente esclusa dalla normativa per l’ottenimento della cittadinanza italiana.
- La mancanza della cittadinanza, oltre ad imporre a questi giovani che vivono sul territorio italiano l’obbligo di rinnovare ciclicamente il permesso di soggiorno, priva loro – di fatto discriminandoli – di alcuni diritti fondamentali per il loro futuro umano e professionale, come la possibilità di partecipare a concorsi pubblici, la libera circolazione nei Paesi dell’Unione Europea e, per alcuni di loro, il diritto di elettorato attivo e passivo.
- L’ottenimento della cittadinanza italiana conferisce diritti e doveri ai giovani stranieri che già vivono la realtà del nostro Paese, andando quindi allo stesso tempo a tutelarli e responsabilizzarli, rendendoli protagonisti attivi e positivi nella costruzione della società in cui tutti noi viviamo e favorendo il processo di integrazione, considerando tutto ciò come un arricchimento culturale, sociale ed economico per l’Italia.
Impegna la Sindaca e la Giunta
- A riprendere l’organizzazione e la promozione della Cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria budriese ai minori residenti a Budrio che abbiano completato il ciclo di studi della scuola primaria o secondaria di primo grado, da tenersi il giorno 2 Giugno, Festa della Repubblica, con una celebrazione pubblica in presenza della Sindaca e dei membri dell’Amministrazione comunale, aperta a tutta la cittadinanza.
- A continuare a rivestire attivamente il ruolo di organi informatori e di riferimento per chiunque, in vista del raggiungimento della maggiore età, si accinga all’avviamento della richiesta della cittadinanza italiana e avesse bisogno di supporto di qualsiasi tipo durante tutto l’iter.
- A promuovere nelle scuole dei percorsi di riflessione ed approfondimento sul tema dell’integrazione e della cittadinanza, con l’obiettivo di trattare in modo trasversale quelli che sono i diritti e i doveri dell’essere cittadino nel nostro Paese.
- Ad attivarsi, in rete con altri Comuni, per sollecitare il Parlamento ad approvare quanto prima una nuova legge sulla Cittadinanza italiana che riconosca pieni diritti ai figli dei migranti nati o cresciuti in Italia e agli stranieri che vivono stabilmente in Italia, superando l’attuale normativa basata sullo “ius sanguinis” e orientandosi verso l’approvazione dello “ius soli”.
- A trasmettere la presente mozione ai Presidenti di Camera e Senato ed ai Capigruppo dei partiti politici presenti in Parlamento.
Ospedale: le parole di Lepore-Badiali e il volantino del centrosinistra
consiglio comunale
Riportiamo il testo del volantino del centrosinistra di Budrio
Siamo da sempre attenti al tema della salute e della sanità. Lo eravamo negli anni scorsi, lo siamo adesso, sapendo che se ne sta occupando la sindaca Debora Badiali, impegnata in incontri con gli enti competenti e spesso presente sul posto con gli stessi operatori.
In Italia mancano circa 5mila medici di Pronto soccorso. Questo mette a rischio la permanenza di intere strutture in tutto il Paese. Senza una nuova organizzazione, è l’intera rete di emergenza-urgenza a non reggere di fronte a questa carenza così grave.
Per questo motivo, auspichiamo che il confronto in corso tra le istituzioni per affrontare il tema tenga conto di alcune priorità:
- evitare che la mancanza di medici si abbatta sul 118, sui nodi principali della rete e sulla capacità di dare risposte alle urgenze e ai bisogni più gravi;
- difendere i servizi sanitari del territorio e i presidi ospedalieri a partire da quello di Budrio che, in questi anni, ha espresso un lavoro di qualità, caratterizzandosi peraltro per una grande capacità di risposta nell’ambito della chirurgia di media e bassa intensità, con migliaia di interventi ogni anno, così come nell’ambito della medicina interna e di lungodegenza che negli anni si sono consolidate positivamente
- organizzare i servizi in modo adeguato ai bisogni e alla reale capacità di risposta
Budrio: attività 24 ore su 24
Come hanno scritto i sindaci di Bologna e di Budrio Lepore e Badiali: “è in corso un confronto a livello metropolitano sull’organizzazione dell’emergenza-urgenza per rendere gli interventi e i servizi più appropriati e sostenibili. Questo percorso non ha ancora individuato scelte precise. In ogni caso, per quanto riguarda l’ospedale di Budrio, è comunque previsto il mantenimento di un’attività legata all’urgenza 24 ore su 24”.
No agli allarmi e alle strumentalizzazioni
La salute delle persone e la sanità sono temi troppo delicati per essere affrontati con superficialità o evocando chiusure e arretramenti. Contrastiamo, quindi, speculazioni e strumentalizzazioni, così come informazioni false che stanno circolando sulla chiusura dell’ospedale. Invitiamo tutti a impegnarsi per la valorizzazione del nostro ospedale e dei professionisti che ci lavorano e che sono impegnati nei servizi territoriali.
Bilancio 2023. Oltre 10 milioni di opere pubbliche per Budrio e frazioni
consiglio comunale
Il bilancio 2023 del Comune, oltre alle tante attività previste nella parte della spesa corrente, indica un’importante previsione di interventi e investimenti, quindi risorse straordinarie destinate a manutenzioni e nuove opere. Sarà quindi un anno di lavori pubblici importanti e diffusi sul territorio, grazie a risorse proprie del Comune e grazie a ingenti fondi provenienti da finanziamenti esterni.
Il totale di cui si parla nel bilancio è di 10,6 milioni di cui 7,6 milioni in arrivo da finanziamenti esterni: in particolare dai fondi del Pnrr, dallo Stato e dalla Regione Emilia-Romagna.
GLI INTERVENTI
In sintesi, ecco gli interventi più importanti, in ordine decrescente di valore economico:
- 2,3 milioni (tranche 2023 Bando Periferie ’16) per il Magazzino Sementi, pista Vigorso, area stazione treni
- 2,25 milioni per il miglioramento sismico dell’edificio storico scuole elementari del capoluogo
- 1,7 milioni (tranche 2023 Pnrr) per l’ampliamento palasport Budrio, piscina, nuova palestra, stadio
- 775mila € per la viabilità: strade, marciapiedi, piste ciclabili
- 585mila € (Pnrr) per la bonifica del sito Ecowater a Prunaro
- 550mila € (Regione) per il miglioramento tecnico del teatro
- 390mila € per copertura palazzetto e attrezzature sportive
- 325mila € per manutenzione stroardinaria scuola Menarini
- 245mila € per interventi vari sulle scuole e asili nido
- 140mila € (Regione) per la sicurezza del canale Fossano
- 90mila € (Stato) per l’efficientamento energetico del Nido Biavati
L’INDEBITAMENTO
Dal bilancio emerge anche un quadro chiaro sull’indebitamento del Comune di Budrio. Un tema su cui negli anni è stata fatta una propaganda becera da chi è stato all’opposizione fino al 2017, al fine di inquinare i pozzi, infangare chi amministrava, inventare una realtà che non esisteva per cavalcare il populismo e l’antipolitica molto in voga in quegli anni. Ancora più grave è il fatto che questo atteggiamento irresponsabile è poi continuato anche dopo, quando chi ha inventato la bufala del “buco di bilancio” è diventato sindaco. La colpa era sempre di qualcun altro, di “quelli di prima” e, ovviamente, del buco di bilancio, mai rilevato né dai revisori dei conti né dalla Corte di Conti.
Insomma, i numeri dicevano tutt’altro allora, così come dicono tutt’altro oggi. L’indebitamento è in costante calo da molti anni, già da prima del 2012 quando la chiacchiera è stata diffusa in paese grazie a “Budrio Next” e a un clima di caccia alle streghe molto ben orchestrato. In generale, è chiaro che si tratta di un livello di indebitamento sostenibile, in media con gli andamenti generali e, appunto, in costante diminuzione. Le rate dei mutui, accesi in passato per opere pubbliche realizzate addirittura anche negli anni ’90, vengono regolarmente saldate di anno in anno.
Budrio riparte. L'intervento della capogruppo Donati sul Bilancio 2023 del Comune
Ecco il testo integrale dell’intervento della capogruppo di Apriti Budrio Daniela Donati, nel Consiglio comunale del 20 aprile 2023, sul tema del Bilancio di previsione 2023.
Voglio ringraziare i settori bilancio e programmazione e tutti gli altri settori, per la stesura del bilancio di previsione 2023 (e anche per la presentazione e la spiegazione in commissione). Il previsionale, questo anno, ha nei tempi coinciso con il Rendiconto dello scorso esercizio, cioè per l’anno 2022.
Siamo in uno dei momenti più importanti dell’anno, quello dell’approvazione del bilancio previsionale, bilancio che deve rispondere non solo alle leggi contabili, ma anche a dei principi che una amministrazione deve avere come la destinazione efficiente delle risorse economiche, la migliore organizzazione delle persone, lo sviluppo e l’integrazione delle politiche comunali, le garanzie di sostegno alle famiglie e alle imprese con i servizi e le tariffe.
Dicevo passaggio fondamentale, frutto quindi di scelte politiche oltre che economiche, che manifesta la visione e contiene le azioni per il nostro paese, sia per la tenuta economica ma anche per l’innovazione.
Un bilancio che ha richiesto impegno e attenzione, non dimentichiamoci che quando parliamo di bilancio parliamo di donne e uomini, bambini, ragazzi, associazioni culturali e sportive, imprese verso cui dobbiamo costruire risposte non solo per l’oggi, ma anche per il futuro che deve essere sostenibile dal punto di vista sociale, economico e ambientale.
E’ un bilancio solido dal punto di vista economico e coraggioso nelle politiche e nelle scelte di fondo con numeri importanti per un paese come il nostro, 26 milioni di euro per la nostra comunità con tutto quello che rappresenta i servizi, l’ambiente e la crescita.
Ci sono 10,600 milioni di investimenti (di cui 7,6milioni da finanziamenti esterni) nella nuova programmazione, numeri grandi che non colgono alcuni dettagli importanti. Lo Stato dal 2020, destina 90mila euro a pioggia per l’efficientamento energetico: in questo anno si è scelto di fare un intervento sul nido Biavati con tettoia, pannelli fotovoltaici e raffrescamento: una scelta precisa, quella di occuparsi del benessere dell’infanzia, a partire da luoghi di vita dei bambini e del personale.
Sono 775mila euro gli investimenti diretti per opere legati alla viabilità, per strade, marciapiedi, piste ciclabili, in 5 anni sulle asfaltature si è fatto pochissimo, sull’eliminazione di barriere architettoniche nulla, così come sui marciapiedi. Inoltre, nessuna innovazione sull’ambiente con interventi di efficientamento energetico. Ora si cambia direzione in modo netto.
Importanti anche gli investimenti con 245mila su scuole e nidi per interventi indispensabili come quello per le scuole Menarini. Spesso, nelle scuole, ci si trova a intervenire su problemi che sono segnalati dal personale e dai genitori da anni e che non sono quasi mai stati affrontati.
Questo dà la misura dell’approccio ai problemi di questa amministrazione. Riconoscere i problemi, farsene carico, fare delle scelte. Ma prima e sullo sfondo c’è l’impegno per una programmazione di medio periodo. Programmazione, quindi, non solo azioni contingenti o imposte dall’urgenza.
Questo avviene in un momento di grande instabilità sociale ed economica generata dalla guerra in corso in Ucraina, che ha comportato un impatto negativo su più fronti: l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime, l’inflazione alle stelle che sta mettendo in difficoltà le famiglie e le imprese. Questo determina per gli enti locali uno sforzo importante per tutelare le famiglie, soprattutto le più fragili. Tutti i comuni sono colpiti dall’aumento dei costi energetici: la gestione di strutture e servizi, tutto richiede energia e ha costi più alti. Sono insufficienti le coperture garantite dal governo nazionale, ma i comuni fanno fronte con risorse proprie.
Certo, da pochi anni siamo in un contesto molto diverso da quello precedente fatto di “tetti di spesa”, tagli continui, un patto di stabilità interno che era una tagliola che bloccava investimenti e interventi sociali. Ma il Bilancio 2023 ha comunque richiesto impegno e attenzione, per garantire i servizi senza aumentare la pressione fiscale e quella tariffaria, in primis quelle legate alle famiglie. E questo è un dato importante, una decisione non scontata. E insieme la copertura stimata a 950mila euro per gli aumenti di costi energetici. Sull’aumento dei costi di beni e servizi, il comune ha quindi fatto la scelta di non scaricare i costi su famiglie e imprese.
Questo è il un altro dato positivo che va sottolineato.
Scorrendo i capitoli di spesa, si ha un’idea dei temi importanti su cui il comune interviene:
Il 35% della spesa corrente sarà per servizi scolastici e sociale. I servizi scolastici e per l’infanzia (asilo nido, trasporto, mense, il fondo studenti con disabilità) è un capitolo che contiene servizi a protezione delle famiglie: sono il nostro investimento sul futuro.
Grazie ai fondi della regione Emilia-Romagna, da un lato, e i fondi del comune dall’altro è stata confermata l’offerta degli asili nido. Le domande per il 2023 sono in linea con gli anni passati, si investe nella funzione educativa della prima infanzia, calmierando i prezzi per le famiglie con reddito medio basso proprio grazie alle risorse regionali.
Questo in un contesto nazionale dove il governo taglia i fondi per la fascia 0-6 da 309milioni di euro a 288milioni.
Il fondo per la disabilità nel 2023 sarà di 610 mila euro, 90mila in più rispetto al 2022, a conferma della volontà di questa amministrazione di tutelare e sostenere tutti i bambini e ragazzi in condizione di svantaggio.
Si confermano le spese sul servizio sociale, servizio disabili, assistenza domiciliare, coperti in parte dal distretto per alcune competenze.
Quando si parla del sociale dobbiamo tener presente che si parla di un insieme di offerte e servizi che vanno sempre considerati integrati fra loro, con una organizzazione trasversale che consenta la globalità degli interventi sulla complessità espresse. Attenzione alla salvaguardia delle risorse, ma attenzione anche a tutto il sistema del welfare di comunità che è la capacità di una comunità di attivarsi per le fragilità, dal comune, al terzo settore, il volontariato per un’azione di individuazione delle fragilità e dei bisogno, che è un passaggio fondamentale prima di mettere in campo le azioni. Spesso si prendono in considerazione le questioni ambito per ambito, ma occorre invece l’attenzione all’efficienza del sistema e alla sua capacità di dare risposte complesse a bisogni che sono sempre più sfaccettati e diversificati.
L’intervento del comune dovrà quindi essere sempre più indirizzato a ridurre le distanze e le diverse opportunità di accesso, aiutare chi è in difficoltà e, insieme a questo, rafforzare la rete di comunità, lo stare insieme, la socialità, lo sport per tutti in un contesto educativo e di regole, la cultura fruibile sempre più da tutti.
Fin qui la sostanza. Infine, la forma. È importante l’impegno del comune nel presentare in modo chiaro e comprensibile il bilancio di previsione, il primo di questo nuovo mandato di cambiamento. Abbiamo visto slide di sintesi molto comprensibili, cioè finalmente uno sforzo di trasparenza e chiarezza dopo anni in cui le presentazioni del bilancio erano solo recriminazioni verso altri enti, accuse rivolte al passato, con una deresponsabilizzazione di fondo che non fa onore al ruolo di guida di un comune né alla funzione che svolgiamo in questo luogo.
Un quadro oggi ribaltato che ci vede sostenere con fiducia questa Giunta, i progetti che insieme stiamo mettendo in campo, il presidio delle questioni e le soluzioni che si stanno proponendo.
Un nuovo regolamento per rilanciare le Consulte territoriali (Andrea Quaiotto)
Riportiamo l'intervento del consigliere di Apriti Budrio Andrea Quaiotto sulle modifiche al regolamento in approvazione nel Consiglio comunale del 20 aprile 2023.
Le "correzioni" riguardano la riduzione da sette a cinque dei componenti di ogni consulta, l'eliminazione del minimo dei componenti per ogni frazione in alcune ripartizioni e la revisione dell'interazione tra consulte e Amministrazione, con una relazione meno formale e maggiormente collegata alla programmazione economica e degli interventi.
Ecco l'intervento di Andrea Quaiotto:
Con le modifiche al regolamento delle consulte territoriali non andiamo a dare meno importanza alle frazioni più piccole e non andremo neanche a creare una relazione dall’alto verso il basso.
Semplicemente prendiamo atto del passato, delle esperienze precedenti in cui è risultato difficile garantire la rappresentatività delle consulte. Ricordiamoci che alle ultime elezioni delle consulte si è addirittura fatto fatica a trovare i candidati.
A fronte di ciò, abbiamo deciso anche di non ripartire secondo le precedenti regole l’elezione dei membri stessi. Questo non garantiva sempre la rappresentatività delle diverse frazioni e località.
Riteniamo piuttosto che un funzionamento corretto delle consulte non passi solamente dalla residenza, quanto più dalla loro motivazione a dal prestare il loro impegno di cittadini. Fare parte delle consulte richiede tempo perché bisogna sempre risolvere piccoli problemi, dialogare con la cittadinanza e interfacciarsi con l’Amministrazione.
È proprio il dialogo tra Amministrazione e consulte che vogliamo valorizzare, andando oltre le due audizioni in Consiglio Comunale. Lo abbiamo anche scritto nelle Linee Programmatiche: dobbiamo promuovere un nuovo approccio verso le frazioni, a partire proprio da un ascolto diretto.
Crediamo, quindi, come gruppo Apriti Budrio che queste modifiche porteranno ad un rapporto diretto e non verticale con i territori.
Bilancio 2023 del Comune: tasse e tariffe ferme, difesa dei servizi e cura del territorio
Sono stati inviati nei giorni scorsi ai consiglieri comunali i documenti del Bilancio di previsione 2023 del Comune di Budrio, in vista dell’approvazione in Consiglio comunale prevista per il 20 aprile prossimo.
Le scelte di fondo sembrano essere sostanzialmente cinque e hanno guidato la costruzione complessiva del primo bilancio “pieno” della nuova amministrazione di Budrio:
- Copertura dei costi energetici (aumenti per 950mila euro)
- Nessun aumento delle tasse e delle tariffe
- Difesa dei servizi per le famiglie e le imprese
- Cura del territorio e manutenzioni straordinarie
- Investimenti (lavori pubblici) per oltre 10 milioni di euro
Di questo ultimo punto ci occuperemo diffusamente in un prossimo articolo. Qui ci soffermiamo sulla parte corrente del bilancio che ammonta a 15,7 milioni di euro, con il pareggio tra entrata e spesa.
Innanzitutto, quindi, come si compone: quali sono le entrate e come sono suddivise le spese correnti?
Sui costi energetici in questo momento si prevede un aumento di 950mila euro per luce e gas (2023 sul ’22). Quale sarà la copertura dei nuovi costi causati dalla crisi energetica?
- da fondi statali: 112mila euro
- da risorse comunali: 840mila euro (di cui 395mila da accantonamento 2021 445mila da avanzo libero 2022)
Facciamo poi una carrellata sulle attività e gli interventi previsti nel bilancio corrente.
I servizi scolastici e per l’infanzia sono un capitolo rilevante e gli interventi più importanti sono:
- Asilo nido: 1,35 milioni di € (copertura da tariffe: 45%)
- Trasporto scolastico frazioni: 230mila € (copertura da tariffe: 24%)
- Mense scolastiche: 1,21 milioni di € (copertura da tariffe: 77%)
- Fondo studenti con disabilità 610mila € (+ 90mila sul 2022)
C’è poi tutto il capitolo del sociale e dell’aiuto alle famiglie in difficoltà e alle persone in condizioni svantaggiate. Ecco i punti caratterizzanti:
- Contributi per ridurre le “rette” per gli ospiti delle RSA: 60mila €
- Contributi per famiglie svantaggiate e integrazione affitto: 70mila €
- Servizi sociali per minori e disabili (con Distretto Pianura Est): 450mila €
- Assistenza domiciliare e pasti (con Distretto Pianura Est): 100mila €
La cultura e la rete di comunità sono un aspetto importantissimo per Budrio e le sue frazioni. Qui i capitoli più impegnativi:
- Teatro: 477mila € (copertura da biglietti, abbonamenti e sponsor: 63%)
- Contributi associativi e manifestazioni culturali: 115mila €
- Contributi alle società sportive per attività e gestione impianti: 136mila €
- Progetti bibliotecari e museali: 27mila €
Grande attenzione in questo mandato all’ambiente e alla cura del territorio. Ecco i temi più rilevanti:
- Cura del verde pubblico, arredi, sfalci, potature e impianti di irrigazione: 324mila €
- Sfalcio fossi e manutenzioni territorio in convenzione con imprenditori agricoli: 76mila €
- Disinfestazione dalle zanzare, derattizzazione e controllo dei piccioni: 41mila €
- Contribuiti GEV e GAM per attività ambientali, tutela aree verdi, controllo rifiuti e conduzione dei cani: 3.500 €