Covid, chiude l'attività chirurgica all'Ospedale di Budrio
A sei mesi dal voto i nodi vengono tutti al pettine
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"Non voglio avere paura" il libro di Alice Vignoli
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5 passi a scuola con il Pala Mezzolara e Lupo Alberto
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Il lavoro prezioso del Centro Protesi di Vigorso
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Quella dei siriani Mustafa e Munzir è una storia di guerra che purtroppo si ripete. La foto di padre e figlio, scattata da Mehmat Aslan, ha vinto il Siena International Photo Awards 2021 e ha fatto il giro del mondo, emozionando tutti.
Mustafa è nato senza arti a causa dell’uso di armi chimiche. Suo padre Munzir ha perso una gamba in un bombardamento.
Ma ancora una volta, quando bisogna ricostruire il futuro, c’è il Centro Protesi Inail di Vigorso.
Lo sanno migliaia di pazienti che annualmente giungono da tutta Italia a Budrio per cominciare una “nuova” vita. Lo sappiamo noi budriesi, che ricordiamo ancora la vicenda del 1995 di Sanja e Aladin, i due piccoli bosniaci mutilati da una granata, vittime innocenti del conflitto nei Balcani. Furono accolti dai comuni di Budrio e Bologna, insieme all’amore e alla professionalità degli operatori dell’Inail di Vigorso.
È una storia che si ripete e trova, ancora una volta, il cuore grande di questa terra.
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Le fonti
- L’articolo su Corriere Bologna
- L’articolo su Il Resto del Carlino Bologna
- L’articolo nell’archivio Unità 17 agosto 1995
- L’articolo su Repubblica 10 settembre 1995
A Budrio abbiamo un problema con la raccolta dei rifiuti
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È chiaro a tutti che la raccolta funziona in modo poco efficiente. Leggere di più
La mozione di solidarietà alla CGIL e condanna fascismo
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Vigorso 21 ottobre 1944 - Storia oltre che memoria
Vigorso 21 ottobre 1944 - Storia oltre che memoria
La memoria di ciò che è accaduto nelle comunità nell’arco degli anni è un collante fondamentale per definire i caratteri fondanti di un insieme di cittadini. Però, da sola, non costituisce un fondamento, se non supportata da elementi oggettivi e scientifici. Ci spieghiamo meglio: a volte la memoria può essere conflittuale, specie per quanto riguarda la nostra storia del Novecento e della seconda guerra mondiale, dove si consumò tra le altre cose una guerra civile (1943-1945). Ma cercando un aiuto nella storia le cose si “rimettono a posto”.
La Storia è una disciplina che richiede studio e applicazione, non si improvvisa, cosi come la scienza medica, la fisica, la botanica… Questa precisazione è fondamentale, anche se non sarebbe in teoria necessaria, ma in un’epoca in cui tutti sono storici, medici, scienziati… ci è sembrato utile sottolinearlo. A Fiesso di Castenaso e a Vigorso di Budrio, il 21 ottobre del 1944, i nazifascisti compiono una strage di partigiani e civili (15 vittime) e il giorno dopo, il 22, giustiziano a Medicina, comune poco lontano, 8 presunti partigiani che hanno catturato durante l’operazione del giorno prima.
A Vigorso e Fiesso si è consumata una tragedia in cui le vittime sono da un lato combattenti volontari, partigiani uccisi durante uno scontro con l’esercito nazifascista ma anche civili, contadini passati per le armi per avere nascosto i partigiani. Tecnicamente, si potrebbero definire due operazioni distinte, un rastrellamento e una rappresaglia.
In realtà, e questa è un aspetto fondamentale, si tratta di un’unica azione che ha come obiettivo l’annientamento delle donne, degli uomini , dei bambini, indipendentemente dal ruolo che essi ricoprono. Questo, a settantasette anni dall’operazione, è il dato storico fondamentale: nella logica della “guerra totale” che le ideologie fascista e nazista hanno prodotto, non vi è differenza tra partigiani, massaie, vecchi, bambini, uomini abili o inabili al lavoro.
Violenze e deportazioni indiscriminate contro comunità territoriali e intere “razze”: atrocità che facevano parte dell’ideologia stessa di chi guidava le azioni dell’esercito tedesco e di chi, in quegli anni, lo ha sostenuto politicamente e militarmente, in mezza Europa e soprattutto in Italia dove il regime di Mussolini fu fino alla fine alleato della Germania nazista.
E’ la stessa logica che accomuna e caratterizza le stragi di civili di questo autunno-inverno del 1944, il più buio periodo della seconda guerra mondiale lungo la linea gotica e che oltre agli episodi di Vigorso e Fiesso – per cui i comuni di Budrio e Castenaso riceveranno nel 2006 la medaglia d’oro al valore civile dal Presidente della Repubblica – vede la strage di Monte Sole, la più efferata dell’Europa occidentale, con oltre 700 civili uccisi, e altri episodi terribili in Emilia-Romagna e non solo.
Quasi ottant’anni dopo, proprio in questi giorni, questi temi ritornano d’attualità, ma la memoria su questo non può essere divisiva: è solo confidando nella veridicità della ricostruzione storica che è possibile capire come l’aver sconfitto l’ideologia delle dittature nazifasciste ci ha salvato e consentito come cittadini dì vivere in un mondo libero.
I fatti di Vigorso di Budrio e Fiesso di Castenaso non hanno solo i caratteri della “strage” o del “rastrellamento”. Tecnicamente sono una vera e propria battaglia tra forze nazifasciste e partigiani, ma nell’episodio cadono anche civili, per mano dei tedeschi e in nome della guerra totale. Perciò non una vera e propria strage, né un rastrellamento, ma un episodio molto interessante che bene indica i caratteri di una guerriglia molto particolare come fu la Resistenza in pianura, con caratteri molto diversi dalla Resistenza di montagna. Il fatto che non fu “classificata” come strage lo indica anche l’atlante delle stragi in Italia, che è possibile consultare online.
Il giorno dopo, otto dei partigiani catturati durante la battaglia vennero giustiziati con l’onore delle armi a Medicina. Questo ci fa dire oggi, come storici, che questo episodio, non dobbiamo ricordarlo solamente come il sacrificio eroico di una comunità che resistette al nazifascismo, ma come un esempio di una guerra che vedeva fronti contrapposti, tra cui anche un esercito debole, minoritario, scarsamente equipaggiato, ma che, con l’aiuto di una rete di supporto, ha contribuito all’evolversi positivo di questa guerra.
Per saperne di più:
- la battaglia di Vigorso
- atlante delle stragi nazifasciste in Emilia-Romagna
- per una comprensione storica delle stragi
- per saperne di più sulle caratteristiche della resistenza in pianura
Pomeriggi in Sant'Agata a cura del circolo Amici delle Arti
Pomeriggi in Sant'Agata a cura del circolo Amici delle Arti
Dopo due anni di inattività a causa del Covid, il Circolo “Amici delle Arti” di Budrio sente il desiderio, l’opportunità, forse anche il bisogno di riprendere un po’ l’impegno di promuovere iniziative a favore della conoscenza, valorizzazione e salvaguardia dei beni storici e artistici, che a Budrio, per nostra fortuna, sono davvero tanti, ma che sempre più necessitano delle cure di tutti.
Queste le parole con cui il circolo promuove una serie di appuntamenti molto interessanti all’interno della Chiesa di Sant’Agata a Budrio.
Ecco il programma
Domenica 24 ottobre 2021, ore 16
La Chiesa di S. Agata: arte e storia
Introduzione musicale: Enrico Presti suona l’antico organo diDomenico MariaGentili (1790)
Saluti del Presidente Alberto Cocchi
Intervengono: Giovanna Mengoli, Rita Rimondini, Lorenza Servetti
Domenica 31 ottobre 2021, ore 16
Soprannomi, detti particolari nel dialetto budriese, rime e zirudelle dai libri di Fedora Servetti Donati
A cura di Tiziano Casella
Letture: Lucia Bonora e Tiziano Casella
Domenica 7 novembre 2021, ore 16
Quando gli emigranti eravamo noi
Presentazione della ristampa arricchita del libro “Trenta giorni di nave a vapore”
di Lorenza Servetti
Dialoga con l’autrice Luisa Cigognetti
Letture: Lucia Bonora
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