No all’abuso della storia per interessi di parte. Equiparare comunismo e nazismo è un errore grave
Nel Consiglio Comunale di giovedì 28 ottobre 2021, Fratelli d’Italia ha presentato una mozione dal titolo “istituzione della giornata europea di commemorazione delle vittime dei regimi totalitari” (si può leggere qui).
Il testo, quello presentato da Zambrano, è presentato ovunque in questo periodo da Fratelli d’Italia e si rifà a una risoluzione europea di due anni fa che di fatto equiparava nazismo e comunismo.
Partiamo già anticipando la fine: la mozione di Fratelli d’Italia a Budrio è passata perché interamente sostenuta dalla maggioranza civica di Effetto Budrio, che sostiene il sindaco Mazzanti.
Ma andiamo per gradi.
Questo è stato il nostro intervento, utile a ricostruire genesi e terreno in cui si annida la proposta.
Comprendiamo e ne apprezziamo lo spirito, o meglio le “buone intenzioni” che hanno spinto Fratelli d’Italia a presentare la mozione. Ma solo con le buone intenzioni non si fa strada e soprattutto non si può assumersi la responsabilità di scrivere la storia o, come ci pare in questo caso, tentare di riscriverla.
Siamo abituati ad approfondire ciò che dobbiamo votare, come sapete bene. Approfondiamo e argomentiamo, cosa che invece il consigliere Zambrano non ha mai fatto per motivare i tanti voti favorevoli a qualsiasi provvedimento di questa giunta comunale.
Approfondendo, abbiamo rispolverato il documento a cui si fa riferimento in quasi tutti i paragrafi della mozione che Fratelli d’Italia questa sera ci sottopone. È la risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019, cosiddetta “contro tutti i totalitarismi” che già a suo tempo, più di due anni fa, abbiamo criticato con chiarezza, non da soli peraltro ma insieme a tantissimi altri in tutta Italia, tra cui ANPI (qui il comunicato ufficiale di ANPI del settembre 2019).
Si tratta, infatti, di un documento con riferimenti alla storia europea scorretti e confusi.
Ci sono episodi storici completamente decontestualizzati come il patto Molotov-Ribbentrop.Vi è una costante equiparazione tra nazismo e comunismo, un errore grave sotto ogni punto di vista.
Ogni riferimento al fascismo è completamente scomparso.
Questi pochi richiami ci indicano chiaramente come si tratti di un’operazione molto chiara di uso strumentale della storia.
Nel documento di Fratelli d’Italia si fa più volte riferimento all’idea di “memoria condivisa”.
Dobbiamo essere molto chiari anche su questo che è un concetto, ormai, superato e per certi versi anche fuorviante.
La memoria non è né può essere condivisa, la memoria è collettiva e dipende dai quadri sociali di riferimento, ciò che, come cittadini, condividiamo è il quadro di valori fondante dello Stato democratico e il calendario civile in cui tutti ci riconosciamo, o almeno dovremmo farlo, e questo è legato alla memoria pubblica e alla conoscenza di una storica scientificamente ricostruita. Analizzare, ricostruire avvenimenti storici nella loro complessità, e quindi ricordare, pare avere assunto per alcuni l’aspetto di una istigazione alla divisione, un ostacolo alla «pacificazione nazionale» e alla costruzione di un comune sentire, come se si dovessero cancellare alcuni eventi, o travisarne e trasfigurarne il senso, per giungere ad una memoria condivisa, che assume in realtà l’aspetto di una memoria parziale, mutilata, falsata. L’appello è quindi di affidarsi agli storici che sono in grado di dare una ricostruzione critica e avulse da ogni strumentalizzazione.
Altra considerazione. Come hanno stabilito studi ed analisi approfondite, non vi è alcuna possibilità di equiparare nazismo e comunismo: due ideologie profondamente diverse che si sono sviluppate in modo differente nei diversi luoghi e periodi storici.
La condanna dello stalinismo è netta e sacrosanta, già per altro fatta il 25 febbraio 1956, nel corso del XX congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, come quella a tutti i totalitarismi e dittature.
Altrettanto evidente è il diverso ruolo avuto da comunisti, nazisti e fascisti nella storia europea più complessiva, nel corso dei decenni. Così come diverse sono state le declinazioni che i partiti comunisti dell’occidente hanno dato delle idee che hanno portato alla loro nascita. Univoche sono state invece le declinazioni dei fascismi e del nazismo.
Sappiamo che questa risoluzione è stata votata anche da parlamentari europei eletti nelle liste del PD, fortunatamente non tutti: ci sono autorevoli esponenti in Europa del centrosinistra italiano che hanno motivato in modo netto la loro scelta di non aderire a un documento considerato sbagliato e dannoso dal punto di vista politico e culturale.
“Affiancare nazismo e comunismo è una operazione intellettualmente confusa e politicamente scorretta. E se riferita alla seconda guerra mondiale rischia di mettere sullo stesso piano vittime e carnefici”. Così il presidente del Parlamento Ue, David Sassoli, commentando l’approvazione a Strasburgo della risoluzione sulla memoria storica.
In particolare, bene hanno fatto quegli esponenti che hanno definito questa equiparazione scorretta e offensiva per le migliaia e migliaia di persone che, appartenenti o vicine al Partito Comunista, hanno lottato con grande sacrificio per la libertà, l’uguaglianza, la democrazia.
Ricordiamo infatti che in Italia il Partito Comunista fu un pilastro dell’opposizione al fascismo: già molto prima della guerra, quando tutta Italia era fascista cioè quando il regime godeva di consenso e popolarità, erano soprattutto i comunisti che faticosamente (e drammaticamente) organizzavano in modo clandestino la dissidenza. I comunisti dettero al Tribunale speciale l’80% degli imputati. La maggioranza dei partigiani che presero le armi erano comunisti. La maggioranza di coloro che caddero erano comunisti.
Il Partito Comunista Italiano non solo vide nella democrazia la modalità essenziale del suo agire fin dalla svolta di Salerno, non solo fu fra coloro che scrissero la nostra carta costituzionale, lavorando di concerto con uomini e donne di altre idee politiche, ma fu fra i protagonisti della difesa della nostra democrazia durante la stagione dei terrorismi )
Non sarebbe stato pensabile senza il Partito comunista che l’Italia trovasse nella Resistenza il riscatto dalla vergogna dell’alleanza con il nazismo perdurata ben oltre il 25 luglio 1943 con la devastante esperienza della RSI. Questo partito contribuì a fondare la democrazia. Il manifesto di Ventotene, alla base dell’unità europea, è stato scritto anche da comunisti. La nostra Costituzione è stata scritta anche da uomini e donne del Partito Comunista Italiano. In diversi momenti particolarmente delicati in cui la democrazia italiana è stata messa sotto attacco, i comunisti sono stati tra i principali garanti delle istituzioni e del sistema repubblicano. Altro che equiparazione!
Questo è il dato. Tutto questo manca nelle riflessioni di quella risoluzione e manca totalmente nel documento di Fratelli d’Italia che stiamo discutendo stasera.
Restiamo convinti che violare la storia, stravolgerne la ricostruzione, decontestualizzare fatti e situazioni, abusarne per interessi di parte non è solo un uso scorretto, ma è anche un’azione che ci priva della possibilità di conoscere correttamente il passato, oltre che di progettare su basi solide il futuro.
Uniformare costantemente situazioni diverse tra loro nel tentativo di appiattire ragionamenti non aiuta la storia del Novecento, non contribuisce alla costruzione di una memoria collettiva a livello europeo.
Surreale – ma conoscendoli non siamo sorpresi – è la posizione della maggioranza a sostegno del sindaco Mazzanti che ha votato compatta sostenendo Fratelli d’Italia (ma per chi segue il Consiglio Comunale di Budrio non è una sorpresa visto che votano insieme da più di un anno e Fratelli d’Italia è praticamente in organico della maggioranza).
Qui condividiamo il loro intervento