Primarie PD 26 febbraio. Tutte le info sul voto a Budrio e nelle frazioni

QUANDO SI VOTA?

Domenica 26 febbraio, dalle ore 8 alle ore 20

CHI PUO VOTARE?

Tutti i cittadini iscritti alle liste elettorali residenti in Italia, chi è in possesso di regolare permesso di soggiorno

Clicca qui per tutte le informazioni sul voto (previa pre-registrazione) dei cittadini stranieri residenti in Italia, dei minori dai 16 anni in su, dei lavoratori e gli studenti fuori sede.

COSA PORTARE AL SEGGIO?

Un documento di riconoscimento, la tessera elettorale e un contributo di 2€ per sostenere le spese organizzative

DOVE SI VOTA A BUDRIO E FRAZIONI:

  • BUDRIO CAPOLUOGO VOTA AL PALAZZETTO DELLO SPORT
Elettori di BUDRIO-capoluogo, Vigorso, Olmo (sezioni elettorali corrispondenti —> 1, 2, 3, 4, 6, 12, 14, 15,17 + 10 solo Vigorso):
Palazzetto dello Sport di Budrio “Luciano Marani”
Via Partengo, 13 - Budrio
  • MEZZOLARA E DUGLIOLO VOTANO IN SALA DI LETTURA A MEZZOLARA
Elettori di MEZZOLARA e DUGLIOLO (sezioni elettorali corrispondenti —> 7, 8, 11)
Sala di lettura di Mezzolara
Piazza Baldini - Mezzolara
  • MADDALENA E BAGNAROLA VOTANO AI MULINI A VENTO (EX SCUOLE DI MADDALENA)
Elettori di MADDALENA, BAGNAROLA, Riccardina e Armarolo (sezioni elettorali corrispondenti —> 10 e 13)
Mulini a vento (ex scuole) di Maddalena
Via San Donato 11 - Maddalena
  • VEDRANA VOTA ALLE SCUOLE ELEMENTARI DELLA FRAZIONE (SALA DI LETTURA)
Elettori di VEDRANA e La Motta (sezione elettorale corrispondente —> 5)
Sala di lettura di Vedrana (scuole elementari)
Via Croce 5 - Vedrana
  • PRUNARO E CENTO VOTANO IN SALA CONSULTA A PRUNARO
Elettori di PRUNARO, CENTO e Canaletti (sezioni elettorali corrispondenti —> 9 e 16)
Sala della Consulta frazionale
Via della Liberazione, 1 - Prunaro

Buon voto a tutti!


Finalmente un nuovo dinamismo sui lavori pubblici. Gli aggiornamenti sul Piano Periferie

Nel 2016 Budrio portò a casa 6 milioni di euro per la riqualificazione dell'area della Stazione e del Magazzino Sementi, con la pista ciclabile fino al Centro protesi di Vigorso. Dopo anni di confusione e assenza di informazioni per i cittadini, i lavori oggi sono presidiati e gestiti. Non mancano i problemi, ma il piglio è quello giusto.

Sul tema Magazzino Sementi, pista ciclabile verso Vigorso e, in generale, sui lavori pubblici, si nota un cambio di passo importate dovuto ad alcune azioni specifiche:
  • riorganizzazione del settore Sviluppo del territorio
  • ricostruzione dei rapporti con le aziende appaltatrici
  • presa in carico di situazioni confuse e lasciate in stallo
  • rafforzamento della comunicazione tra Comune e cittadini, per troppo tempo senza informazioni
Ora si parte dalla priorità di sistemare l'area esterna del Magazzino Sementi liberandola dal cantiere e permetterne la piena fruibilità.
Oltre al "Piano periferie", ci sono diversi interventi allo studio e pronti a partire... Ne daremo notizia qui e sulle pagine social.
Ecco tutte le informazioni diffuse dal Comune sullo stato dell’arte:

 

MAGAZZINO SEMENTI
Riguardo al Magazzino, nei giorni scorsi sono ripresi i lavori. La priorità è quella di sistemare l'area esterna liberandola dal cantiere e permetterne la piena fruibilità.

L’AREA DELLA STAZIONE
I lavori nell’area stazione si possono suddividere in quattro ambiti:
1 - completamento della rete ciclopedonale verso il centro storico, riorganizzazione dei percorsi pedonali e dell’incrocio tra le vie Europa, Battisti e Gramsci;
2 - riqualificazione dei bagni pubblici e delle aree verdi adiacenti a Budrio Stazione;
3 - chiusura del passaggio a livello di via del Moro, nuovo tratto stradale per adeguamento della viabilità
4- realizzazione di una pista ciclopedonale dalla stazione al Centro Inail di Vigorso, con una passerella ciclopedonale sul fiume Idice.

LE MODIFICHE AI PROGETTI
Durante lo scorso mandato amministrativo sono stati eliminati dal progetto iniziale la soppressione del passaggio a livello di Via del Moro e il semaforo nell’incrocio tra le vie Battisti, Primo Maggio, Savino e Zenzalino.

PASSERELLA SULL’IDICE
Nei mesi scorsi l’Amministrazione comunale ha preso in mano il dossier del Piano Periferie, insieme agli uffici competenti recentemente riorganizzati.

Sono stati completati i lavori relativi agli ambiti 1 e 2, mentre resta in sospeso la realizzazione della passerella ciclo-pedonale sull’Idice (punto 4) a causa della volontà di modificare il progetto iniziale a favore di una soluzione mai formalmente definita, durante il precedente mandato; circostanza che - aggravata dall’aumento dei costi dei materiali (in particolare del ferro) - è rimasta un elemento di stallo mai superato.

Nelle scorse settimane il Comune di Budrio ha chiesto formalmente al Governo, tramite la Città metropolitana, di poter eliminare la realizzazione della passerella ciclo-pedonale sull’Idice.

PISTA CICLABILE VIA RABUINA
Infine, dopo la realizzazione dell’illuminazione sull’attraversamento pedonale, si stanno perfezionando gli atti formali del collaudo per l’apertura della pista ciclopedonale lungo via Rabuina che è a questo punto conclusa e che nelle prossime settimane diventerà a tutti gli effetti utilizzabile.


Ocarina goes to Conservatorio!

L'ocarina di Budrio fa il suo ingresso al Conservatorio Martini di Bologna! È arrivato il momento tanto atteso: dopo anni di lavoro, è stata istituita la cattedra di ocarina al Conservatorio "G. B. Martini" di Bologna.

L’annuncio, praticamente in contemporanea del M° Emiliano Bernagozzi e della sindaca Debora Badiali, è arrivato nei giorni scorsi e rende ogni budriese ancora più orgoglioso.

Un risultato importantissimo – dichiara la sindaca – per la valorizzazione di uno strumento che fa conoscere Budrio e Bologna in tutto il mondo

facendo riferimento alla lunga tradizione legata all’artigianato, alla sua storia e all’ingegno dei suoi costruttori, alla creatività, alla passione e alle capacità dei musicisti che in questi anni hanno portato in giro per il mondo Budrio il nostro flauto di terracotta. Dal Gruppo Ocarinistico Budriese alla Scuola Comunale di Ocarina V. Grimaldi curata dall’Associazione Diapason Progetti Musicali che coinvolge i bambini di Budrio.
Ecco l’articolo di oggi, giovedì 9 febbraio:


2,5 milioni della Regione per il fiume Idice a Budrio

Importante investimento della Regione Emilia-Romagna su Budrio per la sicurezza, con 2,5 milioni di lavori sugli argini.

Riportiamo qui il comunicato della Regione del 26 gennaio 2023 che descrive gli interventi previsti per rialzare e rinforzare gli argini.

Un altro importante segnale di attenzione verso Budrio e il suo territorio.

Verranno realizzate opere nei pressi del ponte della Riccardina e di San Martino in Argine. Obiettivo, ripristinare la funzionalità idraulica del corso d’acqua e ridurre la permeabilità del terreno.

Argini più alti e più solidi sul torrente Idice, per mettere in sicurezza il territorio in caso di piena. Nel comune di Budrio (Bo) è pronto a partire un maxi-intervento da 2,5 milioni di euro finanziato dalla Regione, per ripristinare la funzionalità del corso d’acqua e ridurre l’esposizione al rischio di infrastrutture centri abitati.

“Si tratta di un nuovo pacchetto di lavori di fondamentale importanza dal punto di vista idraulico, che si pongono in continuità con quelli già svolti negli anni scorsi- spiega Irene Priolo, vicepresidente con delega alla Difesa del suolo e alla Protezione civile-. Le opere, che proseguiranno per circa un anno, sono frutto di un’ampia attività di conoscenza del territorio, con rilievi topografici e indagini che hanno evidenziato le principali criticità da risolvere”.

In particolare, si punta alla salvaguardia di BudrioMezzolaraVedrana e della viabilità sulla Strada comunale di via Riccardina e sulla provinciale Zenzalino Nord, preservando l’operatività del Canale emiliano romagnolo (Cer), in linea con quanto già realizzato tra i ponti Riccardina e San Martino in Argine in seguito alla rotta dell’argine dell’Idice (autunno 2019).

Il progetto

A valle del ponte della Riccardina, si prevede l’esecuzione di un intervento di rialzo della sommità dell’argine per una lunghezza complessiva di circa 370 metri, a sinistra del torrente, e per altri 500 metri sulla sponda destra.

Successivamente, per ridurre la permeabilità del terreno nell’argine destro a monte del ponte di San Martino, si realizzeranno diaframmi plastici, ossia barriere per ridurre il flusso dell’acqua lungo circa 380 metri a monte e 1300 a valle.

Altre opere pianificate sono il taglio e lo sfalcio della vegetazione nei tratti interessati, e la realizzazione di una difesa delle sponde in massi di circa 18 metri sulla destra del torrente, sempre a valle del ponte della Riccardina.

Tutte le informazioni sui lavori in corso in Emilia-Romagna per la sicurezza del territorio si trovano sul sito: https://www.regione.emilia-romagna.it/territoriosicuro.


Due linee di ferro tracciano il sentiero

Pubblichiamo la testimonianza di Daniel Carnevale su una visita ad Auschwitz-Birkenau di 17 anni fa.

Le sensazioni e il ricordo di quella giornata sono talmente vive che Daniel scrive al presente, come se Shlomo stesse raccontando quei fatti qui e adesso.

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Due linee di ferro tracciano il sentiero, siamo fermi in silenzio.

Il freddo entra nelle ossa e cerco disperatamente la tasca giusta del giubbotto per riscaldare le mani.

Shlomo ci guarda uno ad uno con quei grandi occhiali da vista e con quel suo sguardo profondo, da perdersi. Ci racconta di quando quella notte arrivò proprio su quei binari, su quelle due linee fatte di ferro dopo un viaggio su un carro bestiame, prelevati, caricati a forza, picchiati. Giorni e giorni lì dentro. Si dormiva in piedi dalla quantità di persone, c'era chi crollava e chi moriva. Ogni tanto il treno si fermava nel nulla e le persone cominciavano a urlare disperate. Poi l'ultima fermata, si aprono gli sportelli. Il caos. Cani, militari urlanti che impartivano comandi. E loro di nuovo picchiati. Poi i maschi da una parte, le femmine dall'altra. Disse che non sapeva dove avrebbero portato sua madre e le sorelle, lo scoprì in seguito. Ci disse che il medico che lo visitò lo ritenne forte.

Shlomo Venezia aveva ventuno anni.

Shlomo ad Auschwitz-Birkenau perse il nome. 

Shlomo divenne 182727.

Shlomo fu obbligato a lavorare nei Sonderkommando.

Con la sua camminata, lenta  e inesorabile, ci porta all'esterno del campo di concentramento, indica un cumulo di mattoni, ci spiega quale era il suo ruolo. Lui non si avvicina, ma ci invita a scendere le scale e guardare attentamente ogni mattone. Siamo dentro a quello che rimane della camera a gas.

Shlomo Venezia è uno dei pochissimi sopravvissuti di quelle squadre. Ci spiega che si sente fortunato, è vivo.

Da quell'esperienza di viaggio-studio sono passati 17 anni. Mi ha cambiato la vita, ha segnato un solco profondissimo.

Shlomo Venezia ha reso responsabili della memoria migliaia di studenti, me compreso. Il suo contributo è una fonte preziosissima di sapere. Non dimentico, non bisogna dimenticare. 

Gli orrori che pervadono questo mondo sono la testimonianza che la memoria deve essere viva in ognuno di noi.

Daniel Carnevale
26 gennaio 2023


Fossano, Ecowater e chiosco: buone notizie dall'assemblea di Prunaro

Si è tenuta giovedì 19 gennaio l'assemblea pubblica indetta dal Comune nella frazione di Prunaro. I temi in ordine del giorno erano l'ex area Ecowater e la gestione futura del canale Fossano.

Presente la sindaca con la Giunta comunale, insieme ai tecnici comunali competenti, sono stati esposti anche altri temi, come il bando che sarà pubblicato per la gestione del chiosco in via Loris Fortuna e la futura installazione di telecamere in frazione.

Ma partiamo dal canale Fossano.

Dice la sindaca in un suo post:

dopo anni, abbiamo ripreso in mano il dossier chiudendo una vicenda che si trascinava da troppo tempo. Impropriamente il canale è sempre stato di proprietà del Comune di Budrio, anche nel tratto fuori dal nostro territorio. Ora passa di proprietà alla Regione e giustamente sarà gestito dalla Bonifica Renana che ha competenze e strumenti in questo ambito. L’operazione era quasi conclusa nel 2017 e ora è stata portata a termine.

E prosegue riguardo al sito ex-Ecowater:

sono finalmente iniziate le attività per il ripristino ambientale dell’impianto dismesso. Il 22 dicembre il Comune ha affidato a una società specializzata il servizio di progettazione della rimozione dei rifiuti pericolosi e della bonifica del sito. È il primo passo dell’attività finanziata dal PNRR, che si concluderà entro il primo trimestre 2026, ma che già da quest’anno eliminerà le situazioni più a rischio all’interno dell’area.

Sul futuro del chiosco presente nell’area verde di via Loris Fortuna, oggetto in questi anni di vari tentativi di bandi e operazioni di riqualificazioni tutti andati falliti, la notizia è che «nel 2023 uscirà il bando per l’assegnazione della gestione a un privato, dopo alcune manifestazione di interesse che ci sono sembrate serie».

Si sta poi lavorando sulle telecamere per arrivare entro il 2023 a installarne diverse a Prunaro «per una maggiore sicurezza e un’efficace deterrenza soprattutto contro i furti e le truffe».


Libertà, uguaglianza, diritti delle donne. La mozione del gruppo "Apriti Budrio"

Nel consiglio comunale di oggi è stato approvato il documento proposto dai consiglieri comunali di "Apriti Budrio"

27 dicembre 2022

Ecco il testo della mozione del gruppo di maggioranza:

 

Premesso e considerato che

Il Comune di Budrio si mobilita in conseguenza della situazione attuale di disparità e discriminazione a discapito delle donne, registrata a livello globale e in misura differente, a seconda degli aspetti sociali, politici e culturali del Paese in cui vive.

I dati a livello mondiale sono allarmanti, basti pensare che 43 paesi non hanno una legge per punire lo stupro commesso dal partner e più di 30 limitano il diritto delle donne a muoversi liberamente dalle proprie case. In 20 Paesi del mondo – fra cui la Russia – sono ancora in vigore i matrimoni riparatori, con leggi che consentono agli stupratori di sposare per evitare procedimenti penali (dal rapporto annuale dell’UNFPA  Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione). Dei circa 40 milioni di vittime di qualche forma di schiavitù (matrimoni forzati, traffico di esseri umani, lavoro sfruttato, etc) più di 7 su 10 sono donne. 

Unfpa ha misurato sia il potere delle donne di prendere decisioni autonome sul proprio corpo, sia quanto le leggi nazionali supportano o ostacolano il diritto di prendere tali decisioni. Il Rapporto mostra come nei paesi in cui i dati sono disponibili:

• solo il 55% delle donne ha piena autonomia decisionale sulla propria salute, sulla contraccezione e sul dire sì o no a un rapporto sessuale;

• solo il 71% dei paesi garantisce un accesso a servizi di assistenza alla maternità completi;

• solo il 75% dei paesi assicura un accesso completo e paritario alla contraccezione;

• solo circa l’80% dei paesi hanno leggi che supportano la salute e il benessere sessuale;

• solo circa il 56% dei paesi hanno leggi e politiche che supportano un’educazione sessuale completa;

C’è un filo rosso, però, che nega la repressione dei diritti in tutto il mondo. 

Ad esempio, Da quando, nell’agosto 2021, hanno assunto il controllo dell’Afghanistan, i talebani stanno violando i diritti delle donne e delle bambine all’istruzione, al lavoro e alla libertà di movimento, azzerando il sistema di protezione e sostegno per le donne che fuggono dalla violenza domestica, arrestando donne e bambine per minime infrazioni a norme discriminatorie e contribuendo all’aumento dei matrimoni infantili, precoci e forzati.

Il rapporto, inoltre, denuncia arresti, imprigionamenti, torture e sparizioni forzate di donne che prendono parte alle proteste contro le norme oppressive dei talebani.

Anche in un paese considerato come l’Italia si denuncia una cultura tendente a svalutare la donna, le sue competenze e, in generale, le sue possibilità, del resto i dati Istat sulla disoccupazione e sulle possibilità occupazionali non sono confortanti. Su diversi fronti le donne sono in condizione di inferiorità: sotto-valutate, sotto-pagate, sotto-collocate. In generale, valgono meno sul mercato – rispetto ai colleghi maschi –, faticano di più per conquistarsi un soddisfacente posto di lavoro e tenerselo stretto, perché lo spauracchio della gravidanza spinge il datore di lavoro ad assumere più i maschi che le femmine. Le laureate ricoprono più spesso dei laureati mansioni dove son richieste competenze inferiori rispetto alla loro preparazione e purtroppo anche in Italia le lavoratrici guadagnano meno, ovvero risentono del “gender gap”. 

il WEF ha pubblicato l’annuale report “Global Gender Gap Index”, che misura in 146 Paesi il divario di genere in termini di partecipazione economica e politica, salute e livello di istruzione. Nella graduatoria globale l’Italia risulta 63esima, mantenendo la stessa posizione della classifica 2021 dopo Uganda (61esima) e Zambia (62esima). A livello di Europa l’Italia è 25esima su 35 Paesi. A livello mondiale serviranno ancora 132 anni per colmare il gap di genere, alcune aree nel mondo, come quella europea e nord americana, presentano una situazione migliore: per l’Europa il gap potrebbe essere colmato fra 60 anni (59 anni per il nord America).

La violenza e le molestie sono un altro problema: le donne spesso non denunciano e quando lo fanno non sempre vengono adeguatamente protette, come dimostrano gli innumerevoli femminicidi, in cui l’assassino già era stato segnalato o denunciato.

In Italia, dal primo gennaio 2022 al 13 novembre sono 96 le donne uccise, di cui 84 in ambito familiare affettivo. Di queste 49 hanno trovato la morte per mano di congiunti, compagni, mariti, ex.  Nel 2021 il numero complessivo di vittime di femminicidio in Italia è stato di 106, dato in leggero aumento rispetto agli anni precedenti (96 nel 2019 e 102 nel 2020). Esiste una certa percentuale di sommerso (donne migranti, trans, sex-workers, vittime di tratta e sfruttamento, donne anziane o malate). Ma la violenza contro le donne è trasversale e colpisce tutte, senza distinzioni di appartenenza sociale. Il femminicidio (perpetrato in maggior misura da uomini che hanno o hanno avuto una relazione con la vittima) è la punta dell’iceberg di un problema più pervasivo e mondiale, visto che anche in Iran abbiamo assistito a violenti femminicidi, spesso camuffati goffamente dal regime come incidenti: il femminicidio non è solo un atto gravissimo, ma è in primis una cultura, una forma di pensiero e interpretazione della realtà che si estende a diversi livelli. 

Del resto le proteste in Iran, a seguito dell’uccisione di Mahsa Amini, hanno finalmente minato il sistema patriarcale della Repubblica islamica e le accese mobilitazioni hanno posto al centro la questione della libertà della donna, da troppo tempo minata.

Evidenziato che

dal 16 settembre 2022, a seguito della morte della 22enne Mahsa Amini arrestata dalla Polizia Morale per non aver indossato correttamente il velo, in tutto l’Iran è in atto una grande protesta di popolo innescata dalle ragazze e donne che, al grido nelle strade di “Donna, vita, libertà” e con i gesti rivoluzionari di gettare i loro hijab e tagliarsi ciocche di capelli, invocano il rispetto dei Diritti Umani e delle libertà fondamentali delle persone;

al loro fianco cresce l’adesione popolare alle proteste e alle manifestazioni di piazza, che coinvolgono sempre più ragazzi, uomini, lavoratori iraniani che chiedono migliori condizioni sociali e civili e il rispetto dei diritti delle donne e delle persone tutte;

la repressione delle Forze dell’Ordine e di polizia iraniane avrebbe già provocato la morte di oltre 300 persone secondo recentissime dichiarazioni di esponenti di sicurezza della Repubblica islamica dell’Iran, mentre le fonti delle Organizzazioni Non Governative, come Human Rights Activists, parlano di 451 morti tra i manifestanti e 60 tra le Forze dell’ordine, nonché di oltre 18mila persone arrestate;

impossibile ad oggi conoscere il numero preciso delle donne e ragazze uccise, non solo attiviste ma donne comuni che con incredibile coraggio sfidano la segregazione e la fortissima cultura patriarcale del Governo teocratico dell’Iran che nega ogni soggettività femminile;

in questi giorni è stata inoltre espressa dall’Unicef ferma condanna rispetto a tutte le violenze contro i minori, che risultano aver già causato la morte di oltre 50 bambini e bambine e il ferimento di molti altri durante i disordini pubblici, nonché profonda preoccupazione per le continue incursioni e perquisizioni condotte nelle scuole; I dati della repressione del regime iraniano nelle ultime settimane parlano di centinaia di persone uccise (e tra esse anche  minorenni), più di 13mila persone arrestate, fermate o scomparse. Cifre approssimative perché numeri ufficiali non ne esistono e i dati sono affidati al lavoro delle Ong per i diritti umani, che operano in clandestinità e in condizioni rischiose.

le manifestazioni di dissenso al regime non accennano a fermarsi nonostante la repressione indiscriminata, gli arresti, le condanne a morte e le uccisioni di donne, uomini e minori;

ciò che sta accadendo in Iran viola sistematicamente e tragicamente le Convenzioni Internazionali di tutela della Persona umana a cominciare dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, nonché la Convenzione del Consiglio d’Europa (Istanbul 2011) di contrasto della violenza di genere; 

Sottolineato che

i movimenti femminili a sostegno dei diritti umani e contro le violenze, per le libertà democratiche e per la pacifica convivenza tra popoli e persone, sono attivi in molti altri Paesi liberticidi e intolleranti dove la soggettività e i diritti della donna e della persona non vengono riconosciuti;

la condizione impari e di insicurezza delle ragazze e delle donne appare in ulteriore arretramento in molte zone del mondo e anche in Europa, a causa di molteplici fattori discriminanti agiti contro i loro diritti e acuiti dalle guerre, dalla pandemia, dalle crisi economiche conseguenti;

le violenze e le restrizioni a cui sono sottoposte le donne in Iran sono alla base di una rivolta popolare che coinvolge uomini e donne volta ad ottenere libertà e diritti

il rispetto dei diritti delle donne, la parità di genere, la lotta alla violenza porta ad un benessere generalizzato della società tutta,

Ricordando che 

Il comune di Budrio:

b) è ente democratico che crede nei principi europeistici, della pace e della solidarietà;

4 Il Comune riconosce nella Carta Costituzionale, espressione dei valori della Resistenza, nella Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea e nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo le fonti giuridiche primarie della propria autonomia istituzionale, il riferimento ideale per la promozione economica e sociale della popolazione dalla quale trae il mandato di rappresentanza elettorale 

2. Il Comune ispira la sua azione ai valori di equità, di solidarietà, di giustizia sociale; concorre all’affermazione della pace e della libertà finalizzando la sua iniziativa alla promozione e alla attuazione dei principi costituzionali.

(statuto del comune di Budrio, TITOLO I Principi generali ART. 1 Autonomia statutaria e ART.2 Finalità)

Affermando che 

Il Comune di Budrio si unisce a chi combatte per la libertà, l’uguaglianza, i diritti delle donne   e  si riconosce nello slogan “Donna, vita, libertà”

Il Consiglio comunale 

  • Condanna la sanguinosa repressione agita per volontà del Governo della Repubblica islamica dell’Iran e invoca la immediata cessazione di tutte le violenze in corso contro manifestanti e dissidenti, in quanto costituiscono sistematica violazione dei Diritti Umani e dei Minori in quel Paese.
  • Aderisce ed esprime solidarietà alla causa e alla lotta delle donne iraniane e del popolo iraniano per l’affermazione della libertà e soggettività femminile, dei diritti fondamentali della Persona e della pacifica e civile convivenza.
  • Rilancia la necessità di un impegno internazionale e transnazionale di supporto ai movimenti femminili che non solo in Iran ma in altri Paesi martoriati si stanno battendo per il rispetto dei Diritti umani e la sicurezza e protezione delle donne, a cominciare dalla attuazione dei princìpi contenuti nella Convenzione del Consiglio d’Europa (Istanbul 2011) per il contrasto della violenza di genere.
  • Si impegna a risollecitare, dalle sedi Regionali di riferimento, una presa di posizione del Governo italiano di ferma condanna verso le gravissime violazioni perpetrate in Iran, invitando a condizionare ogni relazione con il Governo iraniano al rispetto dei Diritti umani e fondamentali delle sue cittadine e cittadini. 
  • Si impegna a trasmettere questa mozione al Parlamento europeo per sollecitare l’Unione europea a una mobilitazione affinché il governo iraniano risponda alle richieste di questa rivoluzione che non riguarda solo le donne, ma il popolo tutto e una parte importante della gioventù che si è unita in questa sorta di nuova primavera iraniana. Un popolo che, con la sua rivoluzione, sta dimostrando quanto sia forte e impellente l’esigenza di affermare per tutti i diritti di uguaglianza e democrazia e di fronte a questo non possiamo restare inerti.


Mezzolara avrà ancora il suo medico di famiglia. Una buona notizia!

Il Comune di Budrio ha oggi comunicato che “a seguito del pensionamento del dott. Castaldini (31 dicembre 2022), dal 2 gennaio 2023 i suoi assistiti saranno seguiti direttamente da UN NUOVO MEDICO, che sarà in organico nella Casa della Salute di Budrio con obbligo di ambulatorio anche a Mezzolara. Questo consentirà di coprire il ruolo (con incarico) in attesa che si formalizzi la convenzione. I pazienti della dott. Castaldini verranno assegnati in questa fase in automatico al nuovo medico. Poi, una volta entrata in vigore la convenzione, dovranno recarsi al CUP per la scelta del proprio medico di medicina generale.”

In realtà la vicenda comincia diversi mesi or sono.

Era il 13 marzo del 2022 quando la coalizione del centrosinistra promosse un incontro in piazza a Mezzolara per informare i cittadini su ciò che stava succedendo sul medico di famiglia e per mostrare la disapprovazione per le scelte dell’Asl e per come il problema (non) era stato gestito dal sindaco, prima autorità sanitaria del territorio.

La rinuncia di uno dei due medici attivi in frazione stava comportando diversi disagi, soprattutto tra chi non riesce a spostarsi nel capoluogo con facilità. La disattenzione dell’Amministrazione comunale e la volontà di Asl non avevano permesso di inserire l’obbligo dell’ambulatorio a Mezzolara in un bando che, nel frattempo, stava per essere pubblicato per la sostituzione di un altro medico di medicina generale del nucleo di Budrio.

Insomma, la classica vicenda “non governata” che crea disorientamento e che trova solo risposte burocratiche.

Nel post del centrosinistra si leggeva:

“In tanti stamattina a Mezzolara, capoluogo dell’Emilia-Romagna con il centrosinistra di Budrio e diversi medici del territorio.
Resta il dispiacere e la disapprovazione per la vicenda del medico di medicina generale. Nessuno ha pensato alla frazione, ai suoi bisogni, alla difesa dei servizi da sempre erogati qui. Sarebbe potuta andare diversamente, ma ci impegniamo affinché in futuro, con una nuova amministrazione comunale, le cose possano migliorare.”

L’Amministrazione civica, allora in carica, aveva derubricato la questione, spiegando che non ci si poteva fare niente e che la competenza è dell’azienda sanitaria. La carenza di personale porta anche queste situazioni.

Poi però il problema si è ulteriormente ingrandito, con l’avvicinarsi del pensionamento del dott. Enzo Castaldini, storicamente insediato a Mezzolara e vero punto di riferimento sanitario per i cittadini della zona.

Ancora a settembre, l’ex sindaco Mazzanti si esprimeva in modo pilatesco, addirittura accusando sindaca e centrosinistra di aver fatto solo propaganda elettorale:

“Il medico non arriverà (e dico purtroppo) ma c’è chi ha creduto alle promesse della politica, di quella parte che governa in Regione da sempre e non riesce a risolvere o migliorare questa situazione. Credere alla promesse è più facile che guardare in faccia alla realtà, ma come dico spesso, accettare di avere un problema (politico) è il primo passo per risolverlo.”

La storia, in realtà, ha preso una piega diversa e lo spiega la sindaca Badiali oggi in un suo post. Il dato fondamentale è che l’obbligo di avere un ambulatorio a Mezzolara è stato chiesto con forza e, in effetti, si poteva inserire in un bando: bastava volerlo. Inoltre, visto che il bando ha intercettato diverse candidature e il ruolo è stato infine assegnato, la frazione di Mezzolara avrà ancora il medico di famiglia e il relativo ambulatorio.

“Era una partita piuttosto delicata […] È la dimostrazione che quando la politica locale fa valere le proprie ragioni, gli enti competenti ne tengono conto e contribuiscono a difendere i servizi e la qualità della vita del territorio. Saluto e ringrazio Castaldini per questi anni di lavoro, per l’impegno profuso e per la stretta collaborazione in questi mesi di mandato amministrativo.”

Soddisfazione anche dalla politica, con un post di congratulazione del Partito Democratico di Budrio intitolato “La differenza tra amministrare e stare a guardare“:

“Negli ultimi mesi le cose sono cambiate. In particolare la sindaca Badiali se ne è occupata direttamente, con il supporto dei medici del nucleo di Budrio, per evitare in tutti i modi che Mezzolara e Dugliolo rimanessero senza ambulatorio del medico di medicina generale. […] Un piccolo/grande successo e, soprattutto, un altro impegno mantenuto dall’Amministrazione comunale”


Iniziato il ciclo "Crescere... di questi tempi". 17 dicembre il secondo appuntamento

Sabato 3 dicembre è incominciato il ciclo di incontri dedicato a genitori di bambin* tra i 3 e i 5 anni, promosso dal Comune di Budrio, DeMonariLab e Coop. Cadiai.

Sono tre incontri rivolti a tutti quei genitori con bambini e bambine dai 3 ai 5 anni che si trovano in una condizione di vita che può richiedere un cambiamento negli stili di comportamento e nelle abitudini quotidiane per la cura e per l’educazione dei figli. L'obiettivo è "guardare alla vita con sguardo benevolo e attento, per poter affrontare un nuovo e a volte sorprendente quotidiano, nutrito dall’incontro con l’Altro".

Gli incontri, attraverso racconti e narrazioni, simulazioni, giochi e condivisioni, diventano una vera e propria "palestra delle emozioni" in cui ognuno porterà la sua esperienza come contributo. Cinzia De Angelis, psicologa e psicoterapeuta, accompagnerà e sosterrà i protagonisti in questa "esplorazione". Serve quindi una certa motivazione per partecipare e mettersi in gioco.

Dopo il primo avvenuto sabato 3 dicembre sulle competenze genitoriali "tra il dire e il fare", ecco il programma degli due incontri:

Zitti e buoni: le comunicazioni che definiscono e vincolano
sabato 17 dicembre dalle 16,30 alle 18,30
presso il Centro Polifunzionale Bambù Blu, Via Croce 9, Vedrana di Budrio

Spazi di crescita: ora possiamo!
Sabato 14 gennaio dalle 10,00 alle 12,00
presso il nido Aquiloni, Via Dante Mezzetti 10, Budrio

La presenza di animatrici garantirà la gestione dei bambini e delle bambine durante gli incontri (questa necessità andrà dichiarata al momento della compilazione della richiesta di partecipazione).

Si prevede la partecipazione di massimo 18 persone a laboratorio ed è quindi richiesta l’iscrizione. Si può partecipare ad un singolo laboratorio o all’intero ciclo.

Clicca qui per l’iscrizione e la compilazione del modulo

Per ulteriori informazioni è possibile scrivere una mail a:

sara.brunetti@comune.budrio.bo.it
cinzia.depietri@comune.budrio.bo.it
o telefonare ai numeri: 051 6928 308/287

Non passa la mozione dell'opposizione sul caro bollette

30 novembre 2022

Questa sera in Consiglio comunale, il gruppo di maggioranza “Apriti Budrio” non ha approvato la mozione sul tema del caro bollette proposta dall’opposizione, il gruppo Noi per Budrio di cui fanno parte anche gli esponenti del Partito Socialista e di Fratelli d’Italia.
Poco prima non era stata accettata la proposta della Sindaca Badiali e del gruppo di maggioranza di rinviare la discussione, al fine di condividere un testo più realistico sulla situazione dei comuni e sulle reali possibilità di intervenire, a partire dalle premesse che nella mozione dell’opposizione non descrivono il contesto in cui un comune come il nostro si sta muovendo.
“Apriti Budrio” si auspica di continuare il dibattito su questo tema, dando seguito ai segnali di apertura al dialogo stimolati da sindaca e maggioranza durante consiglio di questa sera.

Si legge nel testo diffuso dai partiti della maggioranza:

  • non è realistico pensare a un fondo comunale, quando i comuni italiani, oggi, non riescono nemmeno a fare i bilanci 2023 per salvaguardare le attuali attività sociali e territoriali
  • Anci, l’associazione nazionale dei comuni sta chiedendo al governo di intervenire con risorse adeguate nella manovra di bilancio

Più nello specifico, abbiamo letto la mozione per capire meglio la sua ratio e le finalità di un testo di questo tipo.

Noi siamo per stare alla realtà e partire da essa. Non dal libro dei desideri o, peggio, da un approccio demagogico e strumentale che non è utile a nessuno. Men che meno a chi è (o sarà) in difficoltà per il caro energia.

  • La mozione non indica solo le potenziali priorità, ma fornisce proprio percentuali e cifre precise. In questa “precisione” però ci sono tre informazioni che non leggiamo nella mozione:
    i comuni come il nostro in questo momento non riescono a chiudere i bilanci di previsione 2023 a causa delle spese per l’energia e le materie prime
  • i fondi destinati dal Governo non sono assolutamente sufficienti ai bisogni dei comuni
  • allo stato attuale, per pagare gli aumenti i comuni dovrebbero tagliare pesantemente i servizi e le attività, producendo un disastro territoriale e sociale

Dire che, come Comune, in fase di predisposizione bilancio previsionale dovremmo dare contributi alle famiglie per le bollette significa non considerare la realtà. È brutto da dire ma è così.

Se poi a farlo è chi ha amministrato un comune, siamo chiaramente nel campo della strumentalità politica e dell’irresponsabilità.

Se a farlo è il gruppo che rappresenta in questo consiglio il principale partito italiano che oggi guida il governo, entriamo nel campo delle contraddizioni e dell’incoerenza.

La mozione parte sicuramente da ottimi intenti, ma nello sviluppo non tiene conto della situazione dei comuni. Gli stessi fondi del distretto vengono messi ora sul 2022. Quindi a fine anno, non nel previsionale.

Prendiamo l’esperienza appena vissuta sul Covid. Quella era un’emergenza che ha colpito i redditi di molte famiglie, come quella che stiamo vivendo adesso sul tema energia. Ecco, a quei tempi tutti ricordiamo i fondi del Governo destinati ai comuni. Non si ha ricordo, invece, di fondi per le famiglie di origine comunale stanziati nel previsionale.

Non serve altro per dire che questa mozione, scritta così in questo momento, è irricevibile.