Furti nelle scuole: la nostra preoccupazione e le nostre proposte
Furti nelle scuole: la nostra preoccupazione e le nostre proposte
Nelle ultime settimane si sono susseguiti furti in diverse scuole di Budrio e delle frazioni. Non si era mai verificata un’escalation come questa, con piccole bande organizzate per questo tipo di azioni criminali.
Non facciamo sensazionalismo su un tema così delicato, ma non possiamo non sollevare il tema nelle sedi opportune, essendo peraltro i primi a esserne venuti a conoscenza.
Leggiamo che la destra ha velocemente tentato di cavalcare la questione. Noi preferiamo segnalarla nel rispetto del ruolo che ricopriamo in Consiglio comunale. Lunedì abbiamo quindi chiesto di essere urgentemente aggiornati nella riunione dei capigruppo a cui partecipa il sindaco, fissata per ieri sera.
Non possiamo accettare il “non ci sono soldi”. Abbiamo visto che in questi anni i soldi si sono trovati per progetti e consulenze, ma soprattutto in questo mandato sono anche arrivati molti più soldi dallo Stato. Per cui il tema è individuare le priorità di intervento.
LA NOSTRA PROPOSTA: TELECAMERE PER SCUOLE PIÙ SICURE
Nelle prossime settimane si arriverà alla all’approvazione del bilancio comunale. Chiediamo con forza che si tenga conto di quella che ormai è un’emergenza e si faccia un investimento in tecnologia per l’installazione di telecamere, nel rispetto della privacy dei bambini, in modo da controllare gli accessi e dissuadere i ladri e anche i vandali. Servirà poi uno sforzo organizzativo interno al Comune affinché, quando necessario, i filmati vengano visionati e analizzati.
Un altro STeP verso la chiusura della società partecipata
Un altro STeP verso la chiusura della società partecipata
Col rientro nel patrimonio comunale degli immobili entriamo nelle battute finali della chiusura della Step, avviata sei anni fa per scelta dell’amministrazione precedente e grazie al lavoro di coordinamento svolto dal dottor Palladino e del dottor Dall’Olio, punti di riferimento in questo gestione iniziato nel 2015.
Foibe: la storia va raccontata tutta. No a intitolazioni identitarie
Foibe: la storia va raccontata tutta. No a intitolazioni identitarie.
Intervento della capogruppo Debora Badiali nel Consiglio comunale del 30 ottobre 2020 in ordine alla proposta di intitolazione a Norma Cossetto, vittima delle foibe.
Ospedale di Budrio e Casa della Salute. Pandemia e oltre
Ospedale di Budrio e Casa della Salute. Pandemia e oltre.
Martedì 2 febbraio abbiamo parlato in diretta con Giuliano Barigazzi (presidente della Conferenza socio-sanitaria metropolitana) ed Erika Ferranti (sindaco di Bentivoglio, presidente del distretto socio-sanitario Pianura Est, di cui fa parte anche Budrio) dell'Ospedale di Budrio e della Casa della Salute.
Giorno della Memoria 2021 - la deportazione delle donne
Giorno della Memoria 2021 - la deportazione delle donne
Il 27 gennaio 1945 fu l’Armata Rossa a spalancare i cancelli del campo di Auschwitz, liberando gli ultimi sopravvissuti, circa 7mila prigionieri.
RIMBORSI-BEFFA POST ALLUVIONE IDICE. Siamo andati fino in fondo e abbiamo fatto bene
RIMBORSI-BEFFA POST ALLUVIONE IDICE. Siamo andati fino in fondo e abbiamo fatto bene
A fine novembre 2020 abbiamo affrontato pubblicamente (giornali, social e consiglio comunale) il tema dei rimborsi beffa ricevuti dalle famiglie come contributo per l’autonoma sistemazione, nell’ambito dell’alluvione e della rottura dell’argine del novembre 2019.
Il canale telegram di Budrio Più
Il canale telegram di Budrio Più
Abbiamo aperto il canale Telegram di Budrio Più!
È il nostro modo per restare ancor più in contatto.
Anche se solo digitalmente, ci sono persone (volontari) che curano tutti questi strumenti, si documentano, elaborano progetti e provano di renderli il più possibili umani e accessibili a tutti.
Per iscriversi al nostro canale Telegram basta cliccare qui https://t.me/budriopiu
New Year's Jazz - il concerto online di Piero Odorici Trio
New Year's Jazz - il concerto online di Piero Odorici Trio
Nei giorni scorsi avevamo annunciato che stavamo organizzando una sorpresa.
Perché Mazzanti sul teatro di Budrio non dice (tutta) la verità.
Perché Mazzanti sul teatro di Budrio non dice (tutta) la verità.
Abbiamo letto recentemente alcune dichiarazioni del Sindaco Mazzanti sullo stato di avanzamento lavori riguardanti la riapertura del teatro di Budrio, sui costi di gestione dello stesso (equivalenti, secondo il Sindaco, sia con la struttura aperta che chiusa), sia sull’iter e sui tempi che dovrebbero portare alla riapertura della struttura.
Ebbene, noi crediamo che alcune di queste dichiarazioni debbano essere sottoposte a un rigoroso fact checking: non tutti hanno gli strumenti per comprendere nel dettaglio i meccanismi della pubblica amministrazione e non si può far leva su questo per continuare (dopo 365 giorni) a lanciare dichiarazioni omissive, parziali e incomplete.
Andiamo con ordine: i costi.
Affermare che tenere una struttura chiusa non comporti “praticamente”dei risparmi per l’ente è inesatto: costi come il riscaldamento, la luce, l’acqua, le pulizie, le piccole manutenzioni non siano rilevanti in una struttura complessa come il Teatro di Budrio é una bugia. Sono somme che se sommate raggiungono svariate migliaia di euro (forse decine di migliaia): quantitativi che acquistano ancora più importanza se consideriamo che da mesi va avanti una querelle su come finanziare il progetto definitivo/esecutivo della ristrutturazione. E questi sono costi che ci sono se la struttura é aperta, non ci sono in caso contrario.
Certamente é vero che un dipendente pubblico a tempo indeterminato rappresenta un costo per l’ente sia che venga utilizzato dentro al teatro sia che debba passare ad altro incarico perché la struttura è chiusa. C’è anche da dire che nelle competenze di un’amministratore ci deve essere anche la capacità di saper riutilizzare il personale in altri settori, riducendo esternalizzazioni ed esternalità negative, rendendo un plus valore il poter contare sul personale in più: in poche parole, se tolgo il personale dai centri di costo del teatro e lo metto in altri centri di costo dell’ente, questi ne traggono beneficio.
L’esame di progetto: 6 mesi?
Il Sindaco afferma che un incarico per l’esame progetto è stato dato pochi giorni dopo la chiusura della struttura e che, consegnato ai Vigili del fuoco ad aprile, sono passati sei mesi per una risposta: sono i tempi massimi di legge. Sicuramente in altri enti (anche alcuni limitrofi al nostro territorio) questa procedura è avvenuta in tempi più stretti. Dipende anche dalla necessità di integrare o meno il materiale consegnato, ad esempio, giusto per fare un’ipotesi. In poche parole: ci possono volere sei mesi, ma possono esserci tempi più contenuti.
Cogliamo poi l’occasione per ribadire per la milionesima volta che l’unico atto formale compiuto fino a qui (esame progetto) dall’amministrazione Mazzanti – dopo aver chiuso improvvisamente il Teatro – é frutto di un incarico per il quale Mazzanti non ha messo un euro, essendo somme stanziate da Pierini nel 2012 ma non utilizzate immediatamente. Fino a qui i “civici” tutto quello che ci hanno messo sono 1.800 euro dati ai Vigili del Fuoco per valutare l’esame progetto. Oltre per l’aspetto economico, lo diciamo per sottolineare come venga meno, ancora una volta, la bruttissima storia del “abbiamo scoperto oggi la situazione del Teatro”.
Il vero nodo: la riapertura promessa per il novembre 2020
Lasciamo perdere, almeno per oggi, il tortuoso iter che ha portato al reperimento dei fondi per finanziare la progettazione esecutiva/definitiva (anche se sarebbe interessante sapere in che misura, sulle cifre ipotizzate dal Sindaco stesso, queste provengano dal privato) e su come in un bilancio comunale di decine di milioni di euro non si siano mai trovati 30/40.000 euro per finanziare la progettazione direttamente come ente (tanto che le variazioni di bilancio ci sono state, e hanno riguardato altro. Verrebbe da dire: è stato SCELTO di fare altro, allungando i tempi).
Concentriamoci invece sulla dead line del novembre 2020. Partiamo da quello che dovrebbe essere l’iter per arrivare alla riapertura: innanzitutto bisogna avere il progetto esecutivo pronto. Poi bisogna preparare la gara d’appalto e farla definitivamente partire. Da quel momento partono 30/45 giorni di gara. Svolta la gara si aprono le buste per valutare offerta economica/migliorie (etc, etc). Una commissione composta da personale interno ed esterno normalmente arriva ad una aggiudicazione provvisoria nel giro di un mesetto stringendo sui tempi. Da lì parte il periodo di standstill (più di un mese) in cui ci possono essere eventuali ricorsi da parte delle ditte che non si sono aggiudicate la gara. Solo al termine di questo periodo può essere fatta l’aggiudicazione definitiva.
Piccola nota: non abbiamo contato in questo periodo quelli che potrebbero essere i tempi per un eventuale soccorso istruttorio in caso di gara, così come non abbiamo contato un eventuale ricorso a un parere della Soprintendenza durante la fase progettuale.
La Soprintendenza normalmente risponde in alcuni mesi.
Già così però ci pare evidente che stringendo i tempi all’osso, una gara in partenza nella primavera del 2020 arriverebbe al termine nell’estate inoltrata del 2020. Senza contare che quando avviene un’aggiudicazione definitiva il cantiere non comincia il giorno dopo: il cantiere inizia ragionevolmente una volta consegnato alla ditta, tenendo contro che questa dovrà inserirlo in un calendario di lavori che ha già in essere (d’altronde è difficile calendarizzare un lavoro prima di essersi aggiudicarti una gara). E anche qui corrono le settimane.
Iniziato il cantiere, bisogna sperare che non ci siano intoppi: cose che però entro certi limiti possono sempre succedere come varianti di lavorazione, ritardi nelle forniture e inconvenienti di vario genere e tipo possono aggiungere un ritardo fisiologico ai tempi di un cantiere che non sappiamo ancora quanto dovrebbe durare (4, 5, 6 mesi?) nei suoi tempi base.
Una volta raggiunto il fine lavori poi bisogna necessariamente inviare una SCIA ai Vigili del Fuoco per poter organizzare la visita ispettiva che certifica i lavori svolti come come compatibili con quelli presentati nell’esame progetto.
Ecco: allo stato dei fatti nessuno può sapere con certezza quanti mesi ci vorranno.
E questo lo sa anche il Sindaco Mazzanti: che ha buttato lì una data che molto probabilmente si dovrà rimangiare dando la colpa alla burocrazia e alle lungaggini dei lavori. Una burocrazia legata al procedimento che oggi Mazzanti dovrebbe conoscere perfettamente e che forse finge di ignorare avendo già ben in mente quale sarà il prossimo capro espiatorio, quando a novembre il teatro difficilmente riaprirà.
Poi magari il sindaco ci sorprenderà, lo speriamo, e mentre tutti gli altri cantieri, una volta partiti subiscono ritardi, questo addirittura sarà più rapido. Magari.
A novembre quindi riaprirà il Teatro Consorziale di Budrio. Ci verrebbe da chiedere con quale programmazione, con quali competenze e professionalità comunali in campo, con che tipo di gestione e secondo quale progetto culturale. Abbiamo davanti a noi l’esempio delle Torri dell’Acqua: terminata la convenzione, chiuse per lavori e fondamentalmente mai più riaperte se non per eventi spot dell’amministrazione.
Sui "rimborsi-truffa" post alluvione non ci fermiamo
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Lo abbiamo fatto sapere in modo chiaro a Mazzanti e Capitani: Budrio Più e il Partito Democratico non si fermeranno finché la questione del Cas non sarà risolta.
Nelle scorse settimane abbiamo parlato più volte dei risarcimenti Cas post rottura argine del fiume Idice, del novembre 2019.