5 passi a scuola con il Pala Mezzolara e Lupo Alberto
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Il lavoro prezioso del Centro Protesi di Vigorso
Il lavoro prezioso del Centro Protesi di Vigorso
Quella dei siriani Mustafa e Munzir è una storia di guerra che purtroppo si ripete. La foto di padre e figlio, scattata da Mehmat Aslan, ha vinto il Siena International Photo Awards 2021 e ha fatto il giro del mondo, emozionando tutti.
Mustafa è nato senza arti a causa dell’uso di armi chimiche. Suo padre Munzir ha perso una gamba in un bombardamento.
Ma ancora una volta, quando bisogna ricostruire il futuro, c’è il Centro Protesi Inail di Vigorso.
Lo sanno migliaia di pazienti che annualmente giungono da tutta Italia a Budrio per cominciare una “nuova” vita. Lo sappiamo noi budriesi, che ricordiamo ancora la vicenda del 1995 di Sanja e Aladin, i due piccoli bosniaci mutilati da una granata, vittime innocenti del conflitto nei Balcani. Furono accolti dai comuni di Budrio e Bologna, insieme all’amore e alla professionalità degli operatori dell’Inail di Vigorso.
È una storia che si ripete e trova, ancora una volta, il cuore grande di questa terra.
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Le fonti
- L’articolo su Corriere Bologna
- L’articolo su Il Resto del Carlino Bologna
- L’articolo nell’archivio Unità 17 agosto 1995
- L’articolo su Repubblica 10 settembre 1995
A Budrio abbiamo un problema con la raccolta dei rifiuti
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È chiaro a tutti che la raccolta funziona in modo poco efficiente. Leggere di più
La mozione di solidarietà alla CGIL e condanna fascismo
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No all’abuso della storia per interessi di parte. Equiparare comunismo e nazismo è un errore grave
No all’abuso della storia per interessi di parte. Equiparare comunismo e nazismo è un errore grave
Nel Consiglio Comunale di giovedì 28 ottobre 2021, Fratelli d’Italia ha presentato una mozione dal titolo “istituzione della giornata europea di commemorazione delle vittime dei regimi totalitari” (si può leggere qui).
Il testo, quello presentato da Zambrano, è presentato ovunque in questo periodo da Fratelli d’Italia e si rifà a una risoluzione europea di due anni fa che di fatto equiparava nazismo e comunismo.
Partiamo già anticipando la fine: la mozione di Fratelli d’Italia a Budrio è passata perché interamente sostenuta dalla maggioranza civica di Effetto Budrio, che sostiene il sindaco Mazzanti.
Ma andiamo per gradi.
Questo è stato il nostro intervento, utile a ricostruire genesi e terreno in cui si annida la proposta.
Comprendiamo e ne apprezziamo lo spirito, o meglio le “buone intenzioni” che hanno spinto Fratelli d’Italia a presentare la mozione. Ma solo con le buone intenzioni non si fa strada e soprattutto non si può assumersi la responsabilità di scrivere la storia o, come ci pare in questo caso, tentare di riscriverla.
Siamo abituati ad approfondire ciò che dobbiamo votare, come sapete bene. Approfondiamo e argomentiamo, cosa che invece il consigliere Zambrano non ha mai fatto per motivare i tanti voti favorevoli a qualsiasi provvedimento di questa giunta comunale.
Approfondendo, abbiamo rispolverato il documento a cui si fa riferimento in quasi tutti i paragrafi della mozione che Fratelli d’Italia questa sera ci sottopone. È la risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019, cosiddetta “contro tutti i totalitarismi” che già a suo tempo, più di due anni fa, abbiamo criticato con chiarezza, non da soli peraltro ma insieme a tantissimi altri in tutta Italia, tra cui ANPI (qui il comunicato ufficiale di ANPI del settembre 2019).
Si tratta, infatti, di un documento con riferimenti alla storia europea scorretti e confusi.
Ci sono episodi storici completamente decontestualizzati come il patto Molotov-Ribbentrop.Vi è una costante equiparazione tra nazismo e comunismo, un errore grave sotto ogni punto di vista.
Ogni riferimento al fascismo è completamente scomparso.
Questi pochi richiami ci indicano chiaramente come si tratti di un’operazione molto chiara di uso strumentale della storia.
Nel documento di Fratelli d’Italia si fa più volte riferimento all’idea di “memoria condivisa”.
Dobbiamo essere molto chiari anche su questo che è un concetto, ormai, superato e per certi versi anche fuorviante.
La memoria non è né può essere condivisa, la memoria è collettiva e dipende dai quadri sociali di riferimento, ciò che, come cittadini, condividiamo è il quadro di valori fondante dello Stato democratico e il calendario civile in cui tutti ci riconosciamo, o almeno dovremmo farlo, e questo è legato alla memoria pubblica e alla conoscenza di una storica scientificamente ricostruita. Analizzare, ricostruire avvenimenti storici nella loro complessità, e quindi ricordare, pare avere assunto per alcuni l’aspetto di una istigazione alla divisione, un ostacolo alla «pacificazione nazionale» e alla costruzione di un comune sentire, come se si dovessero cancellare alcuni eventi, o travisarne e trasfigurarne il senso, per giungere ad una memoria condivisa, che assume in realtà l’aspetto di una memoria parziale, mutilata, falsata. L’appello è quindi di affidarsi agli storici che sono in grado di dare una ricostruzione critica e avulse da ogni strumentalizzazione.
Altra considerazione. Come hanno stabilito studi ed analisi approfondite, non vi è alcuna possibilità di equiparare nazismo e comunismo: due ideologie profondamente diverse che si sono sviluppate in modo differente nei diversi luoghi e periodi storici.
La condanna dello stalinismo è netta e sacrosanta, già per altro fatta il 25 febbraio 1956, nel corso del XX congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, come quella a tutti i totalitarismi e dittature.
Altrettanto evidente è il diverso ruolo avuto da comunisti, nazisti e fascisti nella storia europea più complessiva, nel corso dei decenni. Così come diverse sono state le declinazioni che i partiti comunisti dell’occidente hanno dato delle idee che hanno portato alla loro nascita. Univoche sono state invece le declinazioni dei fascismi e del nazismo.
Sappiamo che questa risoluzione è stata votata anche da parlamentari europei eletti nelle liste del PD, fortunatamente non tutti: ci sono autorevoli esponenti in Europa del centrosinistra italiano che hanno motivato in modo netto la loro scelta di non aderire a un documento considerato sbagliato e dannoso dal punto di vista politico e culturale.
“Affiancare nazismo e comunismo è una operazione intellettualmente confusa e politicamente scorretta. E se riferita alla seconda guerra mondiale rischia di mettere sullo stesso piano vittime e carnefici”. Così il presidente del Parlamento Ue, David Sassoli, commentando l’approvazione a Strasburgo della risoluzione sulla memoria storica.
In particolare, bene hanno fatto quegli esponenti che hanno definito questa equiparazione scorretta e offensiva per le migliaia e migliaia di persone che, appartenenti o vicine al Partito Comunista, hanno lottato con grande sacrificio per la libertà, l’uguaglianza, la democrazia.
Ricordiamo infatti che in Italia il Partito Comunista fu un pilastro dell’opposizione al fascismo: già molto prima della guerra, quando tutta Italia era fascista cioè quando il regime godeva di consenso e popolarità, erano soprattutto i comunisti che faticosamente (e drammaticamente) organizzavano in modo clandestino la dissidenza. I comunisti dettero al Tribunale speciale l’80% degli imputati. La maggioranza dei partigiani che presero le armi erano comunisti. La maggioranza di coloro che caddero erano comunisti.
Il Partito Comunista Italiano non solo vide nella democrazia la modalità essenziale del suo agire fin dalla svolta di Salerno, non solo fu fra coloro che scrissero la nostra carta costituzionale, lavorando di concerto con uomini e donne di altre idee politiche, ma fu fra i protagonisti della difesa della nostra democrazia durante la stagione dei terrorismi )
Non sarebbe stato pensabile senza il Partito comunista che l’Italia trovasse nella Resistenza il riscatto dalla vergogna dell’alleanza con il nazismo perdurata ben oltre il 25 luglio 1943 con la devastante esperienza della RSI. Questo partito contribuì a fondare la democrazia. Il manifesto di Ventotene, alla base dell’unità europea, è stato scritto anche da comunisti. La nostra Costituzione è stata scritta anche da uomini e donne del Partito Comunista Italiano. In diversi momenti particolarmente delicati in cui la democrazia italiana è stata messa sotto attacco, i comunisti sono stati tra i principali garanti delle istituzioni e del sistema repubblicano. Altro che equiparazione!
Questo è il dato. Tutto questo manca nelle riflessioni di quella risoluzione e manca totalmente nel documento di Fratelli d’Italia che stiamo discutendo stasera.
Restiamo convinti che violare la storia, stravolgerne la ricostruzione, decontestualizzare fatti e situazioni, abusarne per interessi di parte non è solo un uso scorretto, ma è anche un’azione che ci priva della possibilità di conoscere correttamente il passato, oltre che di progettare su basi solide il futuro.
Uniformare costantemente situazioni diverse tra loro nel tentativo di appiattire ragionamenti non aiuta la storia del Novecento, non contribuisce alla costruzione di una memoria collettiva a livello europeo.
Surreale – ma conoscendoli non siamo sorpresi – è la posizione della maggioranza a sostegno del sindaco Mazzanti che ha votato compatta sostenendo Fratelli d’Italia (ma per chi segue il Consiglio Comunale di Budrio non è una sorpresa visto che votano insieme da più di un anno e Fratelli d’Italia è praticamente in organico della maggioranza).
Qui condividiamo il loro intervento
Vigorso 21 ottobre 1944 - Storia oltre che memoria
Vigorso 21 ottobre 1944 - Storia oltre che memoria
La memoria di ciò che è accaduto nelle comunità nell’arco degli anni è un collante fondamentale per definire i caratteri fondanti di un insieme di cittadini. Però, da sola, non costituisce un fondamento, se non supportata da elementi oggettivi e scientifici. Ci spieghiamo meglio: a volte la memoria può essere conflittuale, specie per quanto riguarda la nostra storia del Novecento e della seconda guerra mondiale, dove si consumò tra le altre cose una guerra civile (1943-1945). Ma cercando un aiuto nella storia le cose si “rimettono a posto”.
La Storia è una disciplina che richiede studio e applicazione, non si improvvisa, cosi come la scienza medica, la fisica, la botanica… Questa precisazione è fondamentale, anche se non sarebbe in teoria necessaria, ma in un’epoca in cui tutti sono storici, medici, scienziati… ci è sembrato utile sottolinearlo. A Fiesso di Castenaso e a Vigorso di Budrio, il 21 ottobre del 1944, i nazifascisti compiono una strage di partigiani e civili (15 vittime) e il giorno dopo, il 22, giustiziano a Medicina, comune poco lontano, 8 presunti partigiani che hanno catturato durante l’operazione del giorno prima.
A Vigorso e Fiesso si è consumata una tragedia in cui le vittime sono da un lato combattenti volontari, partigiani uccisi durante uno scontro con l’esercito nazifascista ma anche civili, contadini passati per le armi per avere nascosto i partigiani. Tecnicamente, si potrebbero definire due operazioni distinte, un rastrellamento e una rappresaglia.
In realtà, e questa è un aspetto fondamentale, si tratta di un’unica azione che ha come obiettivo l’annientamento delle donne, degli uomini , dei bambini, indipendentemente dal ruolo che essi ricoprono. Questo, a settantasette anni dall’operazione, è il dato storico fondamentale: nella logica della “guerra totale” che le ideologie fascista e nazista hanno prodotto, non vi è differenza tra partigiani, massaie, vecchi, bambini, uomini abili o inabili al lavoro.
Violenze e deportazioni indiscriminate contro comunità territoriali e intere “razze”: atrocità che facevano parte dell’ideologia stessa di chi guidava le azioni dell’esercito tedesco e di chi, in quegli anni, lo ha sostenuto politicamente e militarmente, in mezza Europa e soprattutto in Italia dove il regime di Mussolini fu fino alla fine alleato della Germania nazista.
E’ la stessa logica che accomuna e caratterizza le stragi di civili di questo autunno-inverno del 1944, il più buio periodo della seconda guerra mondiale lungo la linea gotica e che oltre agli episodi di Vigorso e Fiesso – per cui i comuni di Budrio e Castenaso riceveranno nel 2006 la medaglia d’oro al valore civile dal Presidente della Repubblica – vede la strage di Monte Sole, la più efferata dell’Europa occidentale, con oltre 700 civili uccisi, e altri episodi terribili in Emilia-Romagna e non solo.
Quasi ottant’anni dopo, proprio in questi giorni, questi temi ritornano d’attualità, ma la memoria su questo non può essere divisiva: è solo confidando nella veridicità della ricostruzione storica che è possibile capire come l’aver sconfitto l’ideologia delle dittature nazifasciste ci ha salvato e consentito come cittadini dì vivere in un mondo libero.
I fatti di Vigorso di Budrio e Fiesso di Castenaso non hanno solo i caratteri della “strage” o del “rastrellamento”. Tecnicamente sono una vera e propria battaglia tra forze nazifasciste e partigiani, ma nell’episodio cadono anche civili, per mano dei tedeschi e in nome della guerra totale. Perciò non una vera e propria strage, né un rastrellamento, ma un episodio molto interessante che bene indica i caratteri di una guerriglia molto particolare come fu la Resistenza in pianura, con caratteri molto diversi dalla Resistenza di montagna. Il fatto che non fu “classificata” come strage lo indica anche l’atlante delle stragi in Italia, che è possibile consultare online.
Il giorno dopo, otto dei partigiani catturati durante la battaglia vennero giustiziati con l’onore delle armi a Medicina. Questo ci fa dire oggi, come storici, che questo episodio, non dobbiamo ricordarlo solamente come il sacrificio eroico di una comunità che resistette al nazifascismo, ma come un esempio di una guerra che vedeva fronti contrapposti, tra cui anche un esercito debole, minoritario, scarsamente equipaggiato, ma che, con l’aiuto di una rete di supporto, ha contribuito all’evolversi positivo di questa guerra.
Per saperne di più:
- la battaglia di Vigorso
- atlante delle stragi nazifasciste in Emilia-Romagna
- per una comprensione storica delle stragi
- per saperne di più sulle caratteristiche della resistenza in pianura
No al fascismo. No al revisionismo.
No al fascismo. No al revisionismo.
Come forze politiche di centrosinistra di un comune medaglia d’argento al valore civile per la lotta di Liberazione dal nazifascismo, insieme a molti cittadini increduli e sconcertati, esprimiamo il nostro profondo disappunto per il giudizio espresso dall’assessore alla cultura del Comune di Budrio Gualtiero Via sulla dittatura fascista in Italia.
Pomeriggi in Sant'Agata a cura del circolo Amici delle Arti
Pomeriggi in Sant'Agata a cura del circolo Amici delle Arti
Dopo due anni di inattività a causa del Covid, il Circolo “Amici delle Arti” di Budrio sente il desiderio, l’opportunità, forse anche il bisogno di riprendere un po’ l’impegno di promuovere iniziative a favore della conoscenza, valorizzazione e salvaguardia dei beni storici e artistici, che a Budrio, per nostra fortuna, sono davvero tanti, ma che sempre più necessitano delle cure di tutti.
Queste le parole con cui il circolo promuove una serie di appuntamenti molto interessanti all’interno della Chiesa di Sant’Agata a Budrio.
Ecco il programma
Domenica 24 ottobre 2021, ore 16
La Chiesa di S. Agata: arte e storia
Introduzione musicale: Enrico Presti suona l’antico organo diDomenico MariaGentili (1790)
Saluti del Presidente Alberto Cocchi
Intervengono: Giovanna Mengoli, Rita Rimondini, Lorenza Servetti
Domenica 31 ottobre 2021, ore 16
Soprannomi, detti particolari nel dialetto budriese, rime e zirudelle dai libri di Fedora Servetti Donati
A cura di Tiziano Casella
Letture: Lucia Bonora e Tiziano Casella
Domenica 7 novembre 2021, ore 16
Quando gli emigranti eravamo noi
Presentazione della ristampa arricchita del libro “Trenta giorni di nave a vapore”
di Lorenza Servetti
Dialoga con l’autrice Luisa Cigognetti
Letture: Lucia Bonora
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