Pubblichiamo la testimonianza di Daniel Carnevale su una visita ad Auschwitz-Birkenau di 17 anni fa.
Le sensazioni e il ricordo di quella giornata sono talmente vive che Daniel scrive al presente, come se Shlomo stesse raccontando quei fatti qui e adesso.
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Due linee di ferro tracciano il sentiero, siamo fermi in silenzio.
Il freddo entra nelle ossa e cerco disperatamente la tasca giusta del giubbotto per riscaldare le mani.
Shlomo ci guarda uno ad uno con quei grandi occhiali da vista e con quel suo sguardo profondo, da perdersi. Ci racconta di quando quella notte arrivò proprio su quei binari, su quelle due linee fatte di ferro dopo un viaggio su un carro bestiame, prelevati, caricati a forza, picchiati. Giorni e giorni lì dentro. Si dormiva in piedi dalla quantità di persone, c’era chi crollava e chi moriva. Ogni tanto il treno si fermava nel nulla e le persone cominciavano a urlare disperate. Poi l’ultima fermata, si aprono gli sportelli. Il caos. Cani, militari urlanti che impartivano comandi. E loro di nuovo picchiati. Poi i maschi da una parte, le femmine dall’altra. Disse che non sapeva dove avrebbero portato sua madre e le sorelle, lo scoprì in seguito. Ci disse che il medico che lo visitò lo ritenne forte.
Shlomo Venezia aveva ventuno anni.
Shlomo ad Auschwitz-Birkenau perse il nome.
Shlomo divenne 182727.
Shlomo fu obbligato a lavorare nei Sonderkommando.
Con la sua camminata, lenta e inesorabile, ci porta all’esterno del campo di concentramento, indica un cumulo di mattoni, ci spiega quale era il suo ruolo. Lui non si avvicina, ma ci invita a scendere le scale e guardare attentamente ogni mattone. Siamo dentro a quello che rimane della camera a gas.
Shlomo Venezia è uno dei pochissimi sopravvissuti di quelle squadre. Ci spiega che si sente fortunato, è vivo.
Da quell’esperienza di viaggio-studio sono passati 17 anni. Mi ha cambiato la vita, ha segnato un solco profondissimo.
Shlomo Venezia ha reso responsabili della memoria migliaia di studenti, me compreso. Il suo contributo è una fonte preziosissima di sapere. Non dimentico, non bisogna dimenticare.
Gli orrori che pervadono questo mondo sono la testimonianza che la memoria deve essere viva in ognuno di noi.
Daniel Carnevale
26 gennaio 2023